Fedez e Chiara Ferragni si sposano? Ecco allora come Epaminonda liberò Tebe dal dominio di Sparta. Cosa c’entra? Assolutamente niente. Eppure le pagine Facebook dei principali quotidiani italiani sono state invase da commenti di questo genere a margine di news di costume.
Il web che si ribella al “nulla che avanza”. Almeno apparentemente. Alcune testate giornalistiche come Slow News l’hanno definito Wikibombing. Una nuova moda che si sta diffondendo in rete: commentare gli articoli condivisi sulle pagine ufficiali delle testate giornalistiche con un copia-incolla di voci di Wikipedia.
I commenti non hanno nessuna pertinenza con il post. Descrizioni di eventi storici, di luoghi o di personaggi famosi appaiono a corredo degli articoli con l’intento di protestare nei confronti di quelle che sono valutate come non-notizie. Spesso capita di imbattersi anche in ricette di cucina con tanto di ingredienti e modalità di esecuzione.
Si potrebbe interpretare come una reazione di protesta dei lettori scontenti che sono stufi di leggere notizie valutate insoddisfacenti o di bassa qualità. Alcuni lettori trasmettono così la propria disapprovazione, chiedendo uno sforzo maggiore a chi si occupa di fare informazione. In particolar modo si cerca di combattere la tendenza di alcune testate giornalistiche nel diffondere un gran numero di articoli creati al solo scopo di ottenere il maggior numero di click. Quello che viene definito click-baiting.
Il più delle volte si ritrovano sotto le notizie che si possono definire “di colore”, “pop” o decisamente di “gossip”, altre volte spuntano anche sotto quelle news che potrebbero essere considerate di qualità più alta.
Ancora non è noto se chi scrive i commenti lo faccia per singola iniziativa o agisca di comune accordo con altri “ribelli” del web, ma è molto probabile che l’iniziativa sia iniziata per caso fino a diffondersi largamente in maniera del tutto virale.
Fonti: Repubblica e The Post Internazionale