“La situazione attuale nel calcio europeo necessita di un cambiamento. Una nuova competizione serve perché il sistema non funziona, la nostra proposta è pienamente conforme alle leggi. Ma alla luce delle circostanze attuali valuteremo i passi opportuni per rimodellare il progetto”. Così si esprime la neonata Superlega in una bozza di una nota ufficiale diffusa in nottata e rilanciata dall’agenzia Ansa. Insomma, il “terremoto” che ha sconvolto negli ultimi giorni il mondo del calcio sembra aver già esaurito la sua potenza deflagrante.
La situazione è precipitata nel giro di poche ore: 48 ore fa era stato diramato il comunicato di annuncio della nascita della Superlega, progetto sul quale da tempo stavano ragionando i presidenti dei principali club calcistici europei, capitanati dal patron del Real Madrid Florentino Perez, il quale aveva anche dichiarato che tutto sarebbe partito entro cinque mesi. La Superlega non è altro che una competizione privata ed esclusiva, alternativa alla Champions League, che dovrebbe coinvolgere le 20 migliori squadre europee e che fino a ieri era stata sostenuta da 12 club, fra cui, per l’Italia, Juventus, Inter e Milan. Nella notte il colpo di scena: dopo le proteste diffuse, sia tra la platea dei tifosi e degli addetti ai lavori, sia presso il mondo politico e le istituzioni, l’Inter ha deciso di defilarsi, mentre il Manchester City ha già formalizzato la sua uscita e il Chelsea si appresta a farlo.
Superlega verso il naufragio: si defilano Inter, Manchester City e Chelsea
Secondo le indiscrezioni anche altri due club inglesi – Arsenal e Manchester United – avrebbero optato per l’abbandono di questa “rivoluzione” del mondo del calcio, accolta dai più come una cinica operazione economica dei cosiddetti club “super ricchi”, che decreterebbe la fine di un’idea romantica del calcio stesso. Il vice-presidente dello United, Ed Woodward, vicepresidente in pectore della futura Superlega, ha annunciato poi che lascerà il club inglese alla fine del 2021. Dei sei club di Premier League che avevano inizialmente aderito alla nuova iniziativa, al momento soltanto Liverpool e Tottenham resterebbero in gioco. Anche il Barcellona sembrerebbe in forse: l’adesione del club catalano dipende infatti dall’approvazione dei soci.
Nel Regno Unito, tifosi, stampa e molti addetti ai lavori hanno portato avanti una protesta dura e vivace contro la Super League, protesta sostenuta con forza anche dal governo del Premier Boris Johnson, il quale, via Twitter, si è augurato che gli altri club coinvolti seguano le orme di chi ha abbandonato. E in effetti, il comunicato notturno da parte della Superlega è significativo in questo senso, in quanto indica, se non proprio la resa, almeno la necessità di una pausa di ripensamento.
“Non lo faccio per salvare il Real, ma per salvare il calcio. Questo sport è in un momento critico, quello che stiamo facendo è solo per il bene del pallone. Se noi generiamo profitti, ne beneficiano tutti, anche quelli che stanno più in basso” aveva dichiarato Florentino Perez, per difendere il progetto dalla pioggia di critiche. “Il calcio deve evolversi e questo format ci garantirà molti più soldi – ha affermato Perez in una lunga intervista rilasciata a Chiringuito Tv – la Champions ormai ha perso appeal”. E ancora: “i giovani hanno perso interesse, il calcio deve evolversi: ci saranno più soldi per tutti, il pallone deve adattarsi ai tempi, il pubblico diminuisce. E con la pandemia, siamo tutti rovinati. Abbiamo capito che dobbiamo cambiare qualcosa per rendere questo sport più attrattivo per tutti”.
“Le 55 federazioni membri e partecipanti al Congresso UEFA condannano la dichiarazione di una cosiddetta Superlega. Proteggeremo il calcio da un clan egoista a cui non importa nulla del gioco. Siamo il calcio europeo, loro no”. Questa è stata invece la risposta del Congresso Uefa, al termine dei lavori a Montreux, in Svizzera. Il progetto della Superlega, si legge nella nota, secondo il Congresso Uefa va “contro il concetto stesso di ciò che deve essere europeo: unificato, aperto, solidale e basato sui valori sportivi. I club cospiratori non sono ovviamente riusciti a vedere che il loro status oggi non è stato raggiunto isolatamente, ma piuttosto faceva parte di un sistema europeo dinamico in cui i club grandi, medi e piccoli hanno tutti contribuito ai successi e alle sconfitte di tutti”. “È un affronto ai valori europei e al merito sportivo per loro presumere di avere il diritto di separarsi e rivendicare l’eredità che tutti hanno costruito”, afferma duramente il Congresso.
La Francia è stata fin da subito estranea e ostile all’operazione: il sottosegretario francese agli Affari europei, Clément Beaune, ai microfoni di France Info si è espresso con chiarezza contro un’iniziativa in cui “il sistema-denaro diventa re”. La Superlega veicolerebbe il concetto del denaro come idolo assoluto a cui sacrificare il senso di fraternità e solidarietà dello sport, soffocandone la dimensione di festa e condivisione. Certo, la crisi del calcio, dopato da anni dalla preminenza di operazioni finanziarie rispetto ai valori dello sport in sé, resta e toccherà farci i conti, soprattutto in questa fase resa ancor più critica dalla pandemia. Interessi economici e poesia del calcio continueranno a collidere e non sappiamo cosa ci riserverà il prossimo tempo di questa importante partita.