Infine i licenziamenti: ad oggi, sono stati licenziati oltre 14.000 dipendenti di aziende tecnologiche con sede in Europa, pari al 7% dei licenziamenti globali.
“Quest’anno ha sfidato le aspettative, ma i dati vanno interpretati in prospettiva, non solo in relazione agli ultimi 24 mesi – commenta Sarah Guemouri, Principal di Atomico e co-autrice del rapporto – Lo scorso anno ci ha abituato a numeri eccezionali: ciò a cui stiamo assistendo nel 2022 è ancora e comunque significativamente superiore rispetto a due anni fa. Con la maturazione dell’ecosistema europeo naturalmente assisteremo a flussi e riflussi, ma non dobbiamo sottovalutare i nostri progressi complessivi sulla base delle macro condizioni che stanno influenzando ogni settore a livello mondiale”.
“L’ecosistema tecnologico, così come lo conosciamo oggi, ha appena vent’anni e in questo lasso di tempo è maturato a un ritmo incredibile – aggiunge Tom Wehmeier, Partner, Head of Insights di Atomico e co-autore del rapporto – Il vero successo nel settore si basa sul talento, sull’innovazione e sul company-building di lungo termine. I pezzi fondamentali del puzzle sono al loro posto, con 44 miliardi di dollari di fondi di venture capital europei pronti a essere investiti nelle giuste opportunità. In termini di forza di fondo del nostro ecosistema, è cambiato molto meno di quanto pensiamo”.
I segnali positivi
Diverse tendenze indicano che il prossimo anno presenterà molte opportunità per il settore tecnologico europeo. L’ecosistema tecnologico europeo mostra infatti una veloce maturazione, mentre si osservano livelli record di liquidità pronta per essere impiegata. Impegno a favore dell’ambiente e orientamento allo scopo rappresentano le nuove priorità e, infine, il settore tecnologico ucraino si è dimostrato capace di rappresentare un asset fondamentale per il paese.
Maturazione dell’ecosistema
Nonostante il ritiro di alcuni investitori, l’ecosistema tecnologico europeo beneficia ancora di numerosi e diversificati investitori esperti, attivi e orientati al lungo termine. Finora sono oltre 3.200 le istituzioni uniche che hanno partecipato ad almeno un investimento in Europa nel 2022. Inoltre, va rilevato come il talento venga reimpiegato da una generazione di aziende alla successiva, con il 55% dei fondatori e il 59% dei leader nel 2022 che vantano un’esperienza multigenerazionale, e il 22% esperienza di lavoro in aziende da oltre 1 miliardo di dollari. Si nota poi che sono quasi 700 i nuovi fondatori degli anni 2010 diventati oggi unicorni di successo, quasi 25 volte di più della coorte degli anni 2000: vediamo oggi la più grande pipeline di talenti che l’Europa abbia mai avuto.
Alti livelli di dry powder
Alla fine del 2021, gli investitori “venture” e “growth” europei contavano su una liquidità totale di 84 miliardi di dollari, con un aumento di quasi tre volte in cinque anni. Possiamo aspettarci che la corsa a impiegare il capitale il più rapidamente possibile rallenti nel 2023, ma questi dati possono rassicurare il mercato sulla presenza di liquidità di capitale, nonostante il persistere di condizioni sfavorevoli.
Sostenibilità e orientamento allo scopo prioritari
Quest’anno le aziende Planet Positive hanno guadagnato un’ulteriore quota del mercato tecnologico, conquistando il 15% dei finanziamenti europei, contro il 12% dello scorso anno. Ad oggi, si tratta di 10,3 miliardi di dollari investiti in aziende tecnologiche con tematiche Planet Positive.
I livelli di investimento in società purpose driven sembrano destinati a superare gli importi record del 2021, per quanto in misura ridotta. Su scala globale, l’Europa rappresenta ora la quota maggiore (51%) di tutti gli investimenti in aziende tecnologiche early-stage e purpose driven, come dimostra il capitale investito in round fino a 20 milioni di dollari. Attualmente sono 42 gli unicorni europei classificati come purpose-driven, il che significa che le aziende orientate allo scopo rappresentano ora il 12% di tutti gli unicorni europei. Diversamente da quanto avviene in Europa, gli investimenti nordamericani e asiatici in imprese purpose-driven sono diminuiti rispettivamente del 50% e del 65% rispetto all’anno scorso.
Il ruolo del settore in Ucraina
Nonostante la guerra, l’industria tecnologica ucraina ha rispecchiato la generale resilienza europea. Nei primi otto mesi del 2022, l’ICT in Ucraina è cresciuto del 16% su base annua, unico settore di esportazione che genera stabilmente entrate in valuta estera per il paese. L’85% delle aziende ucraine del settore ICT è tornato agli indicatori prebellici e il 77% di esse ha attirato nuovi clienti dall’inizio della guerra. Quest’anno, nel mezzo del conflitto, un’azienda ucraina è riuscita a qualificarsi come unicorno: Unstoppable Domains, che costruisce siti web non censurabili tramite domini protetti da blockchain. Questa crescita riflette la forza più ampia dell’ecosistema delle startup ucraino, che, alla fine di ottobre, aveva attratto ben 241 milioni di dollari. Nel contesto regionale, l’Ucraina si colloca al sesto posto in termini di investimenti in start-up.
Ha dichiarato Chris Grew, Partner, Technology Companies Group, Orrick: “Siamo in un periodo di incertezza del mercato e i dati suggeriscono chiaramente che i fondatori faranno bene a concentrarsi su efficienza, sostenibilità e redditività piuttosto che su una crescita sfrenata. Detto questo, il bacino di investitori è più ampio che mai e il ruolo della tecnologia nell’economia europea è molto diverso rispetto all’ultima crisi. Anzi, è fondamentale per risolvere la crisi climatica e le altre sfide che la società deve affrontare”.
Simon Bumfrey, Head of Relationship Banking Europe, Silicon Valley Bank UK ha affermato: “Non c’è dubbio che quest’anno l’economia abbia dovuto affrontare forti venti contrari, che hanno portato all’incertezza in ogni fase della vita delle imprese e in ogni settore dell’ecosistema tecnologico e dell’innovazione. Il rallentamento dell’attività di investimento non è una sorpresa, ma nel complesso è stato incoraggiante vedere la rapidità, la tenacia e l’agilità con cui le imprese si sono adattate alle sfide. Di conseguenza, stiamo assistendo a un’importante pipeline di investimenti early-stage e a un’attività di finanziamento del debito di imprese in fase di scale-up che aiuterà le aziende a navigare il futuro e a guidare la crescita, e siamo fiduciosi che l’economia dell’innovazione ne emergerà più forte che mai”.
Atomico ha intervistato oltre 35 figure di spicco dell’ecosistema tecnologico europeo, da investitori e fondatori a sviluppatori e community leader, dichiarazioni riportate nel rapporto e nella sezione “Voices of the European tech leaders” (“Voci dei leader tecnologici europei”). Orrick, Silicon Valley Bank e Atomico hanno inoltre creato un sondaggio per integrare i dati con un’analisi qualitativa. Il sondaggio è stato condotto nei mesi di settembre e ottobre 2022, per più di 4.000 risposte qualificate.
I trend principali del rapporto – che vuole offrire uno sguardo data-driven utile, credibile e trasparente sull’ecosistema tecnologico europeo e che è frutto dell’elaborazione di dati quantitativi raccolti da Atomico in 41 Paesi europei e della sua indagine sugli atteggiamenti e le esperienze di migliaia tra fondatori, operatori e investitori – saranno discussi nel corso di un appuntamento online che vedrà la partecipazione di alcuni dei più importanti fondatori e investitori europei, tra cui: James Anderson (Presidente, Kinnevik), Judith Dada (General Partner, La Famiglia), Federico Faggin (inventore del primo microprocessore commerciale), Lila Ibrahim (COO, Deepmind), Sebastian Siemiatkowski (CEO e Co-fondatore, Klarna), Niklas Zennström (CEO e Co-fondatore Atomico), Tania Boler (CEO e Co-fondatore, Elvie).
La registrazione dell’evento sarà disponibile al sito: https://events.atomico.com/soet2022livestream.
Il rapporto The State of European Tech: 2022 edition (Lo Stato della tecnologia europea: edizione 2022) è disponibile all’indirizzo www.stateofeuropeantech.com.
I data partner includono Craft, Dealroom, Invest Europe, POLITICO, Pave, Extend Ventures, Landscape, S&P CapIq, Pitchbook, Indeed.