Si svolgerà il 10 e l’11 ottobre a Milano Reinventing, il più grande evento dedicato all’innovazione nel mondo non profit promosso da Atlantis Company. L’appuntamento prevede un ricco programma con relatori di spicco, case-history e testimonianze di valore, il tutto unito dall’obiettivo di sensibilizzare sul ruolo e sull’impatto sociale sempre crescente del terzo settore, creare networking e confrontarsi sulle ultime novità e i trend futuri. Francesco Quistelli, Ceo di Atlantis Company, ci ha dato un assaggio di quello che ci aspetta in questa quinta edizione.
Reinventing torna a Milano, questa volta per due giornate e a ottobre. Quali sono le novità che ci attendono?
Oltre al fatto che l’appuntamento si terrà in due giorni a ottobre, l’evento che stiamo progettando non sarà più gratuito ma avrà un costo molto contenuto, anche per permetterci così di “selezionare” i partecipanti. Ci saranno circa 60 relatori che si occuperanno delle 3 aree tematiche attorno alle quali ruota un appuntamento come Reinventing: Fundraising, Comunicazione Sociale e Responsabilità Sociale d’Impresa. Sono previsti inoltre 30 workshop e 6 plenarie per trattare al meglio questi argomenti. Ovviamente al centro c’è la volontà di reinventare quelle che sono le soluzioni e i progetti di questi tre ambiti, fondamentali per noi che pratichiamo questo mestiere. C’è bisogno di mettere in circolo energia nuova.
Siamo arrivati alla quinta edizione di Reinventing. Come immagina possa evolvere un appuntamento del genere?
Ogni anno sarebbe bello riuscire a reinventarlo con il contributo dei partecipanti e della comunità che ruota attorno questi temi, menti brillanti e multidisciplinari che decidono di farsi coinvolgere in questo evento. Sarebbe bello ricevere quindi sempre più nuovi stimoli da interpretare al meglio, per creare un appuntamento che non sarà mai statico, ma perennemente in metamorfosi.
Tra le novità che ci saranno in questa edizione ci sono anche dei momenti di convivialità, di vero e proprio social networking, non più quindi un semplice evento frontale.
Si tratta di un unicuum, di un’unica visione di un appuntamento di 48 ore dove si può ascoltare chi ha sviluppato grandi competenze e subito dopo condividere tutto ciò che si è appreso con gli altri, in modo da mettere subito in circolo le idee che si sono ascoltate. I momenti di networking sono davvero importanti, soprattutto per una tipologia di argomento del genere, dove il lato umano è fondamentale. Si dà vita, in questo modo, a idee fuori dagli schemi, creative e di vera immaginazione.
Dal suo punto di vista, da quando fa questo lavoro, è cambiato un po’ il modo delle aziende, degli enti, di rapportarsi al tema del non profit e della solidarietà?
Sicuramente questo ambito si è molto evoluto. Dal punto di vista delle organizzazioni, il fundraising si sta trasformando sempre più in un’attività di tipo relazionale più che di marketing classico, perché si può comunicare direttamente con le persone grazie ai nuovi strumenti a disposizione, che permettono un’interazione diretta e biunivoca. Chi riesce a cogliere questa opportunità ha poi anche la possibilità di raccogliere fondi come conseguenza, non più quindi come obiettivo; la raccolta fondi, cioè, avviene dopo l’essere entrati in contatto con le persone. Non è più la scienza del fundraising, quindi, ma quella dell’interazione, del movimento di opinione che si trasforma poi in sostenibilità economica. Lo stesso è anche per le aziende: il people power è sempre più fondamentale, l’impegno delle aziende nel sociale è legato non solo al voler vendere di più, ma proprio a voler vendere. Se un’azienda non si avvicina al tema della sostenibilità e del sociale, oggi, potrebbe essere tagliata fuori dal mercato. Si deve pensare anche al fatto che grazie ai social ciò è molto più visibile. Ci sono cambiamenti positivi, certo, che devono essere governati. È necessario creare anche consapevolezza, da parte di tutti, ed è per questo che un evento come Reinventing può essere davvero d’aiuto per chi si occupa del settore.