Il settore dell’Influencer Marketing ha raggiunto numeri importanti nel mondo digitale e si conferma in crescita. Il rilievo che aveva raggiunto nel 2013 aveva già portato a chiedersi come applicare le norme esistenti, ad esempio quelle contenute nel Codice del Consumo, a quella che veniva ritenuta una nuova forma di comunicazione. Queste furono le basi per l’avvento della Digital Chart che, in linea con quanto precede, ha fornito agli operatori delle direttive pratiche su come comunicare correttamente nel mondo digitale, anche in questo caso adattando norme già esistenti nel Codice di Autodisciplina. Oggi, dieci anni dopo, per la Creator Economy, il cui valore potrebbe raggiungere i 480 miliardi di dollari entro il 20271, servono norme nuove, adeguate al profilo che il settore e i suoi differenti attori – dagli influencer ai creator, dagli editori alle agenzie e piattaforme – hanno assunto nel tempo. “Per verificare lo stato dell’arte del settore e approfondire tematiche anche legali legate all’argomento, in IAB Italia abbiamo istituito già nell’aprile 2023 un Tavolo di Lavoro sull’Influencer Marketing, a cui partecipano brand, agenzie, piattaforme e studi legali. Questo progetto porterà alla pubblicazione in primavera di un White Paper e di un documento di buone pratiche propedeutici alla definizione di una regolamentazione da mettere a disposizione di tutti i protagonisti di questo segmento del marketing digitale e degli stessi consumatori finali” ha precisato Carlo Noseda, Presidente di IAB Italia, l’associazione di riferimento per la industry della comunicazione e della pubblicità digitale.
Pandoro-Gate: per IAB Italia il Codice di Condotta su Influencer e Creator deve essere Condiviso
“Abbiamo contribuito lo scorso anno alla consultazione pubblica indetta da Agcom, che nasceva proprio allo scopo di definire le misure per garantire il rispetto da parte degli influencer delle disposizioni del Testo unico sui servizi di media audiovisivi (‘TUSMA’)” ha spiegato il Presidente. “Le linee guida che ne sono seguite, nella forma approvata in questi giorni dall’Agcom e di prossima pubblicazione, costituiscono il primo passo di un percorso che riteniamo essere solo all’inizio. L’esigenza di un quadro di norme di riferimento o di autoregolamentazione chiare iniziava però a percepirsi da tempo, così come la necessità di considerare quella dell’influencer una professione a tutti gli effetti. Sia l’Agcom sia associazioni come la nostra hanno quindi avviato piani di studio e consultazione già dallo scorso anno per rispondere a questa richiesta – un punto che tengo a sottolineare. Il ‘Pandoro-gate’ lo interpretiamo oggi come acceleratore di un processo che era già ampiamente avviato”.
“Non commentiamo gli episodi di questi giorni di cui si sta occupando la magistratura perché richiederebbero tante premesse di tipo tecnico/giuridico che poco rilevano rispetto all’importanza delle linee guida e di tutto ciò che verrà nei prossimi mesi per il settore: è su questo che deve rimanere alta l’attenzione più che sui singoli casi, per far sì che la industry ne abbia un effettivo beneficio. Riteniamo però che serva giungere quanto prima alla definizione di un quadro normativo e deontologico a cui ogni soggetto operante in questo comparto – influencer, investitori, piattaforme – possa rivolgersi con fiducia” ha aggiunto Noseda.
La trasparenza pubblicitaria, così come la reputazione dei brand che scelgono di collaborare con i creator e quella dei creator stessi rappresentano due tra gli aspetti fondamentali per l’Influencer Marketing di oggi. Ve ne sono anche di molti altri su cui occorre garantire chiarezza.
“Insieme al nostro obiettivo di pubblicare entro pochi mesi un libro bianco e un documento di buone pratiche consultabili dai più, intendiamo contribuire fattivamente anche al Tavolo tecnico indetto dall’Agcom per porre insieme le basi per la nascita di un Codice di Condotta che riteniamo debba essere condiviso tra tutti gli attori interessati”.