La vicenda Alitalia ha senza dubbio catalizzato i media italiani. Anche le altre compagnie però non stanno a guardare e si espandono sul territorio italiano. Una di queste è la Netjets Europe che ha recentemente concentrato la sua attenzione sul mezzogiorno.
La compagnia di business jet creata nel 1996 da Warren Buffett, infatti, in controtendenza con i licenziamenti in tempi di crisi, sta cercando personale, in particolare un direttore commerciale e diversi venditori per l’Italia, dove è stata allestita una base operativa a Bari.
“Sono tempi difficili per tutti, ma nel 2008 siamo riusciti ad aumentare il numero di clienti italiani, mentre nel resto d’Europa sono rimasti stabili” ha spiegato al Mondo, Diego Briani, numero uno dell’organizzazione nel nostro Paese, un grande esperto del mercato del lusso con prestigiose esperienze in Maserati e Ferrari. “Siamo stati particolarmente contenti delle performance del sud, con aumenti superiori del 20% negli scali di Napoli e Catania”.
Il mercato italiano è ancora in itinere ed offre grandi possibilità di sviluppo. I dati evidenziano un giro d’affari legato all’aviazione di 900 milioni di euro. Un sistema che occupa più di 12 mila lavoratori ma che vale meno dello 0,1% del prodotto interno lordo, circa la metà della media europea.
Alcune tratte, però, come il corridoio Milano-Roma, sono tra le più redditizie del continente e gli aeroporti di Linate e Fiumicino sono rispettivamente al terzo ed al quarto posto nella graduatoria europea dei voli d’affari.
Il periodo non è dei più semplici, a livello europeo il primo trimestre 2009 si è chiuso con una contrazione dei volumi. Eppure in Netjets Europe sembrano non risentirne: “In Italia, da gennaio, i clienti con le card stanno volando più del previsto. È evidente che di questi tempi le aziende apprezzano sempre di più i vantaggi economici delle nostre soluzioni”.
Con 1.600 clienti e 165 aerei, tutti registrati a Barcellona, Netjets Europe può vantarsi di essere la maggiore compagnia d’affari continentale, capace di trasportare manager in oltre 5 mila scali nel mondo. Una crescita che non deve stupire, considerando che l’aviazione privata non è più trainata dagli sfizi di ricchi nababbi ma dalle esigenze del business.
L’organizzazione, poi, è attenta e accurata. Tutti gli aerei hanno la certificazione Iosa, la stessa delle principali compagnie tradizionali, ed i piloti, si addestrano alla FlightSafety, il leader mondiale nei servizi di formazione al volo, per 32 ore l’anno, quasi il doppio rispetto alla media delle compagnie europee.
Il successo del marchio di Buffett non si fonda solo sulla preparazione dei piloti, ma anche su abili tecniche di marketing. I suoi sistemi di vendita si basano sulla fidelizzazione : il cliente può acquistare la Netjets corporate, al prezzo di 131mila euro, che comprende 25 ore da consumare nell’arco di un anno. Non solo, è possibile scegliere anche la formula della multiproprietà per avere sempre il proprio posto assicurato. Inoltre, per aggirare i problemi d’intasamento delle principali mete d’affari europee, Netjets Europe ha puntato gli occhi su piccoli scali privati. Una strategia che ha già dato risultati concreti con l’acquisizione per 3,7 milioni di euro di Engelsbach, un aeroporto tedesco vicino Francoforte.
Insomma, la strada in Europa è già tracciata e chissà che il futuro non ci riservi anche qualche sorpresa in Italia.
W.A.