Tecnologia, innovazione e impresa sono sostantivi femminili ma troppo spesso non fanno rima con donna, lo testimonia il gap tra i generi ancora particolarmente rilevante nel settore. Nell’immaginario collettivo, una rivoluzione digitale portata a termine con successo da una donna rischia di assumere a torto i contorni di una bella favola moderna e niente più. Invece esistono realtà concrete come quella costruita da Mariarita Costanza, cofondatrice insieme al marito di MACNIL, azienda del meridione, specializzata nella gestione e controllo GPS delle flotte aziendali, entrata a far parte del prestigioso gruppo Zucchetti: una case history importante che segna il passo verso la realizzazione piena e completa di una vera e propria "Murgia Valley", un polo digitale al Sud, di riferimento per tutti i giovani talenti del comparto tecnologico e digitale.
Mariarita Costanza, ingegnere e cofondatrice della MACNIL, azienda del Sud Italia entrata nel primo gruppo informatico italiano, il Gruppo Zucchetti: la sua esperienza è esemplare, cosa significa oggi fare impresa nel mezzogiorno, soprattutto per una donna?
Fare impresa oggi è difficile, decidere poi di farla al Sud è un atto di coraggio ma allo stesso tempo è stata per noi una sfida. Sarebbe stato sicuramente più semplice trasferirsi a Milano e diventare una grande azienda. Ma non era questo che volevamo. Per noi era importante rimanere nella nostra terra, fatta di storia, arte, cultura, agricoltura e realizzare qui un’azienda di Information Technology. Ci siamo riusciti, abbiamo dimostrato che siamo noi uomini a sancire il successo di un territorio e non il contrario, come molti pensano, soprattutto ahimè tutti quei giovani che fuggono dopo la laurea alla ricerca di un futuro altrove. In realtà il futuro siamo noi. Noterai che parlo al plurale perché non sono mai stata sola nelle mie scelte. Eravamo due giovani fidanzati, oggi marito e moglie i due fondatori della nostra azienda. Questo sicuramente ha dato una mano a entrambi, forse ha aiutato soprattutto me, una donna del sud. Se fossi stata sola sicuramente ci avrei provato, io sono una a cui piacciono le sfide difficili, ma penso che le difficoltà che avrei incontrato sarebbero state esattamente le stesse, con l’unica (ma grande in realtà!) differenza, di doverle affrontare da sola.
“Nulla è impossibile a meno che tu pensi che lo sia”: questo motto rappresenta la pietra angolare del progetto Macnil Gruppo Zucchetti. Quali passi occorre ancora compiere per realizzare appieno il sogno della "Murgia Valley"?
La Murgia Valley è un sogno che sta diventando realtà. Il sogno è quello di creare un polo digitale, nel quale quei giovani talenti abituati a fuggire alla ricerca del loro futuro, riescano a realizzarlo qui, senza necessità di evadere, perché qui abbiamo tutto quello che serve per fare impresa. Murgia Valley sarà un luogo in cui accogliere startup e giovani innovatori, a cui sarà dato tutto il supporto per fare in modo che le startup crescano e diventino Imprese, Le startup che entrano in Murgia Valley hanno l’obiettivo di diventare aziende, con tanto di fatturato, di utili, e di posti di lavoro. È un po’ il percorso fatto dalla nostra azienda, eravamo anche noi una startup, oggi siamo all’interno del primo gruppo informatico italiano. Vogliamo mettere a fattor comune la nostra esperienza e il nostro know how. È incoraggiante ricevere email da parte di giovani che vogliono contribuire alla realizzazione di questo sogno. Per ora stiamo raccogliendo le segnalazioni, appena siamo pronti li ricontatteremo tutti per passare alla fase operativa, ci vorrà ancora un anno.
In Italia c’è ancora molto da fare per le pari opportunità d’impresa: quanto può essere concretamente sancito, nel pubblico e nel privato, per eliminare i gap e creare maggiori opportunità?
Io penso che fare impresa comporti le stesse difficoltà per un uomo e per una donna. È pur vero che la donna ha necessità di maggiore capacità organizzativa dal momento che ha un compito importante da gestire oltre al lavoro, ovvero la famiglia. Ma una volta fuori di casa sono esattamente uguali. È un processo di crescita culturale che richiederà tempo, è normale che oggi ci sia una minoranza di donne in ruoli di responsabilità sia nel pubblico che nel privato, solo perché siamo partite tardi (soprattutto qui al sud), ma tranquilli perché li raggiungiamo e superiamo! E non credo sia necessario sancire leggi per obbligare la presenza di donne ai vertici delle aziende, non è così che recupera il gap, è un processo naturale, che dovrà fare il suo corso.
Per una donna che ambisce a raggiungere posizioni al vertice, il settore tecnologico presenta ostacoli maggiori rispetto ad altri ambiti?
Il settore tecnologico è un settore ancora molto maschile. Io mi ritrovo spesso in incontri e riunioni dove sono l’unica donna o al massimo su 10 partecipanti, ci sono due donne. Se penso a quando mi sono iscritta alla facoltà di Ingegneria Elettronica al Politecnico di Bari nel 1990, su circa 400 iscritti eravamo 5 donne…., abbiamo fatto progressi. È solo questione di tempo. Quello tecnologico è un settore affascinante perché richiede continuo studio e spirito di innovazione, caratteristiche comuni all’uomo e alla donna.
Quali strategie vincenti fanno la differenza per la riuscita di una start up e quali saranno le sfide che sarà chiamata ad affrontare la sua azienda nel prossimo futuro?
Le startup vincenti sono quelle che credono nel loro progetto, tanto da rischiare in prima persona. Troppo facile avere un’idea, metterla su carta e cercare il miglior investitore sul mercato. Avere un’idea di business significa pensare e risolvere tutti gli aspetti dell’idea, dall’analisi delle richieste del mercato, alla realizzazione dell’idea (sia essa prodotto o servizio) fino al go to market con tutto quello che ciò richiede. Sono tutte fasi fondamentali per il business: oggi invece un gran numero di startup si concentra sul prodotto/servizio perdendo di vista il modello di business. Come Macnil abbiamo un grande obiettivo, quello di rendere il Gruppo Zucchetti leader a livello nazionale nel mondo IoT (Internet of Things), proprio come oggi già lo è in software più tradizionali, quali HR e ERP.
Elisabetta Pasca