«Abbiamo un unico claim: puntare in alto, soprattutto per i giovani. L’unica limitazione al nostro successo siamo noi stessi»: Alessandro Desti non sembra avere dubbi in proposito, anzi, dimostra apertamente di andare avanti mosso da idee chiare e precise. Lo incontro a Roma insieme al suo collega Alessandro Loggi. Entrambi giovani marchigiani – di San Benedetto del Tronto in provincia di Ascoli Piceno – dopo diverse esperienze, fatte anche all’estero, hanno deciso di stabilire la sede del loro operato nel paese natio, richiamando un team di giovanissimi talenti. Entrambi appaiono motivati e intenzionati ad andare fino in fondo nella promozione della loro “creatura”. Questa creatura ha nome CVING, servizio software per video colloqui on-demand Made in Italy, di cui Desti è il Ceo e Loggi il Developer e Co-fondatore. Una startup che promette di rivoluzionare il rapporto offerta-domanda nel mondo del lavoro, andando a facilitare le cose sia per i selezionatori che devono vagliare i candidati sia per i candidati stessi.
CVING viene dall’inglese “sieving”, ossia “setacciare”, riferendosi all’operazione che devono compiere i reclutatori sommersi da centinaia di curriculum ogni volta che si apre una posizione lavorativa.
«Visto che nei prossimi 5 anni il 30% del lavoro sparirà o diventerà automizzato, date le innovazioni tecnologiche, stiamo assistendo a un vero e proprio bagno di sangue – spiega Desti – Sono in tanti a cercare lavoro e a mandare curriculum e le aziende non riescono a processare debitamente tutte le candidature. Abbiamo quindi pensato di lavorare proprio su questo settore, la candidatura, creando un’app che offra agli aspiranti lavoratori uno strumento in più per “vendersi”, qualcosa che vada molto oltre il pezzo di carta».
Ma come funziona esattamente CVING?
Per chi cerca occupazione, l’app permette di caricare il proprio curriculum, in base al quale un algoritmo notificherà i lavori che possono rientrare tra quelli desiderati. A questo punto, l’aspirante sceglierà a quale candidarsi, ed è qui che subentra l’aspetto più innovativo di CVING: il video colloquio, molto diverso da quello che si può fare via Skype. Infatti con questa app il candidato può scegliere quando e dove effettuare il colloquio, anche a notte fonda e nei posti più impensabili. Una volta che ci si candida per un lavoro, l’utente sa che, appena avrà modo, dovrà fare questa video intervista, tramite fotocamera del proprio smartphone o del proprio pc, rispondendo a 5 domande che i selezionatori hanno deciso di voler porre a tutti i candidati per quel ruolo. Non importa, come detto, quando e dove si decida di rispondere: uno specifico algoritmo, molto complesso da realizzare, renderà bianco e neutro lo sfondo dietro il candidato. Inoltre un filtro di opacizzazione renderà meno chiaro il volto, così da non permettere distrazioni.
Le 5 domande a cui bisogna rispondere si sbloccheranno una alla volta, in modo da non far sapere in anticipo al candidato cosa gli si sta per chiedere. Quando appare sullo schermo la prima domanda, si hanno 30 secondi di tempo per prepararsi, dopodiché parte subito la registrazione della risposta, che deve durare massimo un minuto. Farà seguito la seconda domanda, con le medesime modalità, e cosi via fino alla quinta. Non c’è una seconda possibilità nell’effettuare il video colloquio, che non può essere interrotto una volta avviato: la prima registrazione delle risposte sarà ciò che arriverà al selezionatore.
«Abbiamo voluto ideare un mezzo più meritocratico – commenta Loggi – Tramite il curriculum è impossibile far vedere davvero quanto vali, perché non emerge la tua personalità e non puoi metterti davvero in gioco. L’attitudine per un certo lavoro e la personalità sono elementi che non possono essere raccontati da un pezzo di carta, e al giorno d’oggi è più importante avere queste caratteristiche piuttosto che una sfilza di lauree o attestati che magari non ti rendono comunque la persona più adatta per quello specifico ruolo».
Com’è possibile però, attraverso CVING, far capire a un candidato quali sono le sue potenzialità?
«Quando chi cerca lavoro decide di usare la nostra app, deve prima di tutto rispondere a un test di personalità – continua Loggi – Noi usiamo l’Indicatore Myers-Briggs, che esiste da più di vent’anni: l’abbiamo semplificato, facendolo passare da 90 a 40 domande, ma si tratta dello stesso test che negli USA usano la maggior parte dei selezionatori. È davvero molto preciso, aiuta molte persone a capire in cosa sono davvero portate, magari facendo scoprire loro che possono riuscire in settori lavorativi che neanche immaginavano. Grazie a questo test, sarà poi anche CVING a proporre all’utente tutte le posizioni lavorative aperte adatte a lui».
«Ci siamo basati su un concetto molto semplice – aggiunge Desti – ossia che non esiste una persona giusta o sbagliata per un certo lavoro, ma esistono persone più portate o meno in base alla loro personalità. Chiunque di noi può fare qualcosa ad altissimi livelli: l’importante però è essere indirizzati sulla giusta via, capire per cosa si è davvero portati».
E se non si viene scelti per il lavoro selezionato? Nessun problema: tramite un algoritmo, vengono presi in considerazione ciò che chiede la campagna, le competenze dell’utente e il trend di quel momento in quel settore lavorativo. «In questo modo, se non vieni preso per il lavoro per cui ti sei candidato, ti proponiamo dei corsi di aggiornamento in e-learning per migliorarti e formarti» spiega Desti.
I vantaggi di CVING per le aziende e per le realtà che offrono un’occupazione sono notevoli: ogni colloquio avrà la medesima durata (5 minuti), permettendo quindi di dare la stessa attenzione a ogni candidato. La video intervista darà al selezionatore la possibilità di capire molte più cose dell’aspirante lavoratore rispetto alla semplice lettura del curriculum, video intervista che potrà essere visionata con calma e in qualsiasi momento. In questo modo, la scelta del candidato sarà molto più accurata e di successo, evitando di assumere persone che potranno poi rivelarsi non adatte per quello specifico ruolo.
Un progetto che ha tutte le carte in regola per risultare vincente. Ma qual è il team che vi sta lavorando?
«Siamo più o meno una decina di persone, più altre dieci che collaborano a seconda di lavori specifici che servono in un certo momento – spiega Loggi – Sicuramente a Londra, dove viveva Desti e dov’è iniziato il tutto, non potevamo andare avanti per tutti questi mesi senza davvero fatturare. Abbiamo scelto dunque di tornare in Italia e di chiamare a collaborare con noi le migliori teste in circolazione. Ovviamente si tratta di chiedere loro un enorme sacrificio, e loro lo fanno perché sono entusiasti di questo progetto. Ad esempio Fabio Piunti, un giovanissimo studente abruzzese di ingegneria informatica: si sta guadagnando il futuro collaborando con noi, dandoci un enorme contributo in cambio di quasi niente (per ora). Ma non è l’unico».
E i riconoscimenti non sono tardati ad arrivare, a livello nazionale ma non solo. Il Ceo Desti ha recentemente tenuto un pitch al HR Tech di San Francisco, rappresentando l’unica realtà italiana invitata all’evento. Loggi ha presenziato al Forte Village in Sardegna per l’HRC meeting, insieme a 220 direttori HR delle più grandi aziende. Infine, il 29 giugno, CVING ha incontrato le 12 più grandi aziende italiane per presentare il proprio servizio dopo essere stata selezionata tra le 12 più promettenti startup a livello nazionale per le grandi imprese.
«Stiamo facendo fare dei test della nostra app a delle aziende che hanno creduto nel progetto – conclude Loggi – Poi, in fase beta, coinvolgeremo anche le singole persone che vogliono partecipare. Puntiamo a lanciare ufficialmente sul mercato CVING a settembre».
Lucia Mancini