Marco Terrusi, Fleet Manager in Mercedes Benz Italia, racconta l’azienda tedesca, i successi del gruppo e i progetti futuri. Dopo un semestre ottimo dal punto di vista del bilancio, Mercedes si prepara a proseguire con lanci di modelli esclusivi, determinanti per il futuro dell’automobile
Una tradizione lunga oltre un secolo, la professionalità e la passione rendono Mercedes-Benz leader del settore automotive, grazie anche alla fama come uno dei marchi automobilistici tra i più prestigiosi al mondo. Un’azienda, Mercedes-Benz, che nel corso dei suoi 125 anni di storia ha sempre rappresentato il connubio perfetto tra lo stile e l’efficienza. Mercedes-Benz, con un passato carico di successi, non smette di guardare al futuro: sperimentando e creando veicoli sempre migliori dal punto di vista della prestazione, ma attenti al rispetto ambientale. Di futuro dell’automobile e dei progetti aziendali legati al fleet management abbiamo parlato con Marco Terrusi, Fleet Manager di Mercedes-Benz Italia.
Dott. Terrusi, qual è il bilancio del semestre appena concluso? E’ stato in linea con le Vostre iniziali aspettative?
Il semestre è stato sicuramente positivo: il 2011 è stato caratterizzato da una serie di lanci strategici e ad oggi siamo perfettamente in linea con i nostri obiettivi. Questo per noi, e per le flotte in particolare, è stato e continua ad essere un anno ricchissimo di lanci, con cui andremo a rinnovare il cuore della nostra gamma, presentando anche una nuova piattaforma su cui costruiremo una serie di modelli determinanti per il futuro. Mi riferisco alla CLS, una nostra ammiraglia, riconosciuta in tutto il mondo come l’espressione di design più avanzato per una berlina coupé, a quattro porte, una grande sfida in termini concettuali. A fine marzo abbiamo lanciato la Classe C nuova generazione: la “vettura delle flotte”, l’archetipo delle flotte aziendali, che ha già raccolto ottimi riscontri dal mercato. Grazie ad ingenti investimenti in termini di prodotto, oggi abbiamo sul mercato una vettura che, a condizioni economiche assolutamente allineate alla concorrenza, offre contenuti rivoluzionari per il suo segmento, ereditando tecnologia e sicurezza, delle berline superiori.
Quali saranno le prossime novità in casa Mercedes-Benz?
Nell’autunno lanceremo altri due prodotti strategici: la terza generazione della Classe M, vera regina di efficienza, che definisce nuovi parametri di riferimento nel mondo dei SUV, stabilendo nuovi record nei consumi. L’intera gamma utilizza in media il 25% in meno di carburante, rispetto alle versioni precedenti. Caratteristiche, quest’ultime, che mettono in discussione il preconcetto di Suv come vettura grande e inquinante. L’altro modello che Mercedes-Benz lancerà sarà la nuova Classe B, che oggi rappresenta la seconda vettura, dopo la Classe C, più venduta nelle flotte aziendali per quanto riguarda Mercedes-Benz. Il nuovo modello sarà a metà tra i monovolume classici e le station wagon: non possiamo svelare i particolari, perché siamo ancora sotto “embargo di marketing”, ma sarà una vettura che rappresenterà sicuramente lo status quo tecnologico del segmento.
Crede che il mondo dell’auto, in Italia, sia penalizzato da una legislazione poco attenta?
In riferimento al mercato flotte, per riallineare il mercato italiano delle auto aziendali alla normativa europea sarebbe opportuno rivedere la fiscalità del settore relativamente alla percentuale di abbattimento dell’Iva e di deducibilità dell’investimento. In Italia, la quota ammortizzabile per un’impresa è del 40%, su un tetto massimo di circa diciotto mila euro. Negli altri paesi europei, la situazione è decisamente più favorevole. In Germania, ad esempio, non ci sono limiti alla deducibilità e la quota ammortizzabile è del 100 per cento. Un adeguamento della fiscalità nazionale agli standard europei darebbe un impulso rilevante all’intero settore. Più in generale, l’Italia non ha compiuto, al contrario degli altri paesi, delle scelte radicali sul mondo delle auto. Oggi, ad esempio, si parla molto del superbollo sulle auto di grossa cilindrata: un approccio del genere, in realtà, non premia aziende che hanno fatto degli investimenti in tecnologia e ottenuto dei risultati in termini, ad esempio, di eco-compatibilità. La potenza non è necessariamente correlata alle emissioni di CO2 e ai consumi: ad esempio, la nuova Classe M, il SUV per eccellenza, è già Euro 6 e con un motore 4 cilindri garantisce le prestazioni del precedente modello a 6 cilindri, rimanendo esclusa dal superbollo.
In merito a questo, Voi vi sentite supportati da politiche governative attente al vostro settore?
Le iniziative a supporto del settore automobilistico, negli scorsi anni, sono state volte a premiare un mercato innanzitutto privato: tutte le aziende o le società di noleggio erano escluse da questi incentivi, che ovviamente andavano a premiare le piccolissime utilitarie, e non un mercato più elevato. Quello che oggi, invece, ci auspichiamo è una riorganizzazione fiscale: un adeguamento in termini di deducibilità dell’iva, ammortamenti e tempistiche di ammortamento, al benchmark degli altri paesi europei. Tutto ciò andrebbe a vantaggio anche dello stesso Stato: incrementando e incentivando il settore delle auto medio-grandi andremmo sicuramente ad incrementare il fatturato medio, quindi il gettito dell’iva e, in ultima analisi, andremmo a migliorare anche i gettiti delle casse dello Stato. Tutto funzionerebbe se questi incentivi fiscali diventassero importanti tanto da garantire un incremento del mercato. Per questo, non solo Mercedes-Benz, ma tutti i costruttori, cercano oggi di sottolineare questo aspetto. Probabilmente viviamo una fase economica in cui fare un investimento del genere diventa forse un po’ troppo lungimirante, ma bisognerebbe veramente avere la capacità di guardare oltre il domani.
In virtù della Sua esperienza, che differenze peculiari ritrova tra il mercato italiano e quello degli altri paesi? Si tratta effettivamente di mercati diversi o ci sono analogie che permettono di attuare strategie comuni?
Sicuramente c’è una differenza in termini di capacità di spesa, soprattutto se si paragona l’Italia alla Germania, spesso definita la “locomotiva d’Europa”, che gode di un fatturato medio non paragonabile a quello del mercato italiano. È diverso l’approccio del cliente, sia esso privato o cliente flotte: sicuramente in Italia – ma questa è una nostra peculiarità e forse anche il punto di forza della nostra penisola – c’è un maggiore approccio emotivo nell’acquisto dell’auto. Probabilmente da noi la dimensione del bagagliaio, piuttosto che le performance pure, rappresentano un aspetto secondario rispetto al design dell’auto, che viene maggiormente ricercato e considerato come principale fattore di scelta. Prima il bello, poi tutto il resto. È un approccio diametralmente opposto alla Germania, in cui il fattore funzionale viene prima di quello emotivo ed estetico. Mercedes-Benz, che nel corso dei suoi 125 anni di storia, ha sempre rappresentato il connubio perfetto tra lo stile e l’efficienza, anche per questo motivo l’Italia, rappresenta da sempre uno dei principali mercati, uno dei cosiddetti major market.
Ci può parlare del programma “Fleet @Retail” dedicato alle partite iva delle piccole e medie aziende?
Il mercato italiano differisce dagli altri mercati soprattutto per la dimensione delle aziende medie italiane. In Germania poche grandi aziende riescono a coprire con i propri volumi la maggior parte delle vendite sui mercati nel segmento business. Ci sono quindi poche aziende grandi ma concentrate e sviluppate. Come sappiamo, invece, l’Italia è il paese delle piccole e medie imprese, il paese dei distretti industriali e il nostro tessuto economico è rappresentato appunto da piccolissime aziende. Per questo motivo, anche la proposta commerciale nell’ambito del settore flotte deve necessariamente differenziarsi rispetto alle strutture classiche che vengono adottate in questo settore. Quindi, pur continuando a seguire in maniera diretta le grandi aziende, noi riteniamo che, per incrementare la nostra quota di mercato e far penetrare il brand Mercedes-Benz nell’area business, dobbiamo inevitabilmente passare dalle piccole e medie imprese. Per poter passare dalle piccolissime e medie imprese dobbiamo necessariamente specializzare su questa tipologia di cliente i nostri avamposti sul mercato, quelli che sono vicini ai distretti industriali, cioè i dealer, i nostri concessionari. Nel 2011 abbiamo costruito, progettato e lanciato alcuni programmi, che sono da un lato programmi commerciali, dall’altro dei programmi di formazione specifica per dei consulenti presenti in queste concessionarie: sono i Fleet Center, e hanno proprio lo scopo di formare dei consulenti di vendita e fornire loro delle offerte commerciali dedicate per i clienti che rappresentano le piccole e medie imprese. Oggi abbiamo sul nostro territorio circa 50 dealer specializzati, al cui interno lavorano dei consulenti con un’ottima preparazione. Ovviamente andremo a supportare con campagne commerciali, ma anche di comunicazione, questo investimento. La strada ormai tracciata da Mercedes-Benz Italia, per il mercato business in senso lato, è questa, e andremo ad intensificare il nostro sforzo su tale segmento.
A proposito di grossi investimenti in termini di ricerca e tecnologia, come si applicano al concetto di mobilità sostenibile e come Mercedes-Benz si pone di fronte alla questione?
L’ambizione alla leadership tecnologica di Mercedes-Benz è dimostrata dalle oltre 80.000 domande di brevetto depositate da quando, nel 1886, Carl Benz brevettò la ‘Patent-Motorwagen’, la prima automobile della storia, che proprio nel 2011 festeggia i suoi 125 anni. Oggi più che mai, le Case automobilistiche sono chiamate a raccogliere una sfida altamente complessa. L’auto come la intendiamo oggi è entrata in una fase di profonda trasformazione e grande cambiamento, probabilmente il più importante della sua storia. Crediamo che il futuro sviluppo dell’automobile si svilupperà sostanzialmente in tre diverse fasi. La prima, già in corso, vede un continuo affinamento degli attuali propulsori a combustione interna benzina e diesel, sempre più efficienti ed eco-compatibili. I nostri propulsori diesel BlueTEC, ad esempio, rispettano già la normativa antinquinamento Euro 6 pervista per il 2014. La seconda fase consiste nella progressiva elettrificazione dell’auto, che avverrà attraverso diverse modalità di ibrido in cui il motore elettrico sarà sempre più protagonista assoluto. Mercedes-Benz è entrata come protagonista anche in questa fase, con il lancio della prima ibrida al mondo con batteria agli ioni di litio: la S 400 HYBRID. La terza ed ultima fase è rappresentata dall’automobile a zero emissioni, soluzione che sarà resa possibile, in ambito urbano, dalla trazione elettrica mentre in ambito extraurbano dall’idrogeno. Anche in questo caso siamo protagonisti assoluti grazie alla smart fortwo electric drive, la cui produzione in 1.500 unità è iniziata già nel novembre del 2009, e grazie alla più ampia flotta circolante di vetture Fuel Cell al mondo.
Marco Terrusi nasce ingegnere, ma ben presto passa al mondo del marketing e delle vendite. La sua carriera inizia in Fiat, dove trascorre diversi anni. Dopo l’importante esperienza nell’azienda italiana, una serie di opportunità favorevoli gli consentono di trasferirsi a Stoccarda, direttamente in Daimler. Qui resta fino alla proposta di tornare a Roma: accetta e approda in Mercedes-Benz Italia, dove oggi ricopre il ruolo di Fleet Manager.