Aiutare le donne a denunciare e riconoscere le violenze subite – siano esse verbali o fisiche – prima che sia troppo tardi, raccontare i femminicidi in modo diverso per un rilancio culturale che porti a una maggiore sensibilizzazione a partire dalla narrazione che se ne fa, rispettare le differenze di genere nel segno di una battaglia di civiltà che sancisca il diritto di non discriminazione. Su questi temi nodali e imprescindibili Mama Chat, associazione per l’empowerment e la salute psico-sociale femminile che si batte per garantire a tutte le donne un ascolto psicologico e di orientamento e rispondere alle richieste d’aiuto senza barriere d’accesso, lancia una nuova campagna di awareness a scopo sociale con l’hashtag #UnaSuTre per la Giornata Mondiale contro la Violenza sulle Donne del 25 novembre.
I casi di femminicidio purtroppo sono stabili dal 2020, ma le denunce sono aumentate del 79,5%. Anche per Mama Chat, infatti, Il numero delle chiamate telefoniche e via chat tra marzo e ottobre 2020 è cresciuto rispetto allo stesso periodo del 2019 (+71,9%), passando da 13.424 a 23.071. Le richieste di aiuto tramite chat sono quadruplicate, passando da 829 a 3.347 messaggi con oltre 4 richieste d’aiuto al giorno da parte di vittime di violenza, sia essa psicologica, economica, fisica, stalking o a sfondo sessuale. Significa che c’è più consapevolezza, ma anche che le donne vittime di violenza, spaventate perché maltrattate non stanno assolutamente diminuendo nonostante gli sforzi introdotti sia a livello politico, sia a livello sociale. Parlarne e soprattutto offrire un aiuto concreto e un servizio salvavita come quello di Mama Chat è fondamentale per intervenire quando la vittima è ancora non in pericolo di vita.
In vista della Giornata Mondiale Contro la Violenza sulle Donne (25 novembre), in anteprima la campagna di sensibilizzazione #unasutre di Mama Chat
«L’anno scorso abbiamo lanciato la campagna #unasutre per rompere il silenzio sul fenomeno della violenza di genere, che colpisce 1 donna su 3 tra i 15 e i 70 anni», spiega la Ceo di Mama Chat Margherita Fioruzzi. «L‘emersione di questi fenomeni è un lavoro delicato che Mama Chat fa con consapevolezza e professionalità attraverso le nostre psicologhe volontarie. Lo strumento della chat è fondamentale per chi presta aiuto a donne potenzialmente controllate. La richiesta d’aiuto nella forma anonima e online di Mama Chat facilita le vittime che riescono a rivolgersi a noi senza il rischio di essere viste, seguite o ascoltate dai loro carnefici».
Mama Chat è composta da psicologhe formate all’ascolto e all’orientamento di donne in condizioni di difficoltà, disagio psicologico, sociale, vittime di violenza e situazioni complesse: oltre 15.000 le donne che si sono rivolte all’associazione fino a oggi trovandovi un porto sicuro.
«L’anno e mezzo di pandemia che abbiamo alle spalle ha inciso sensibilmente sulla vita delle donne e anche dalle nostre chat di ascolto si alza forte il grido di allarme per violenze e maltrattamenti, purtroppo dati drammaticamente in crescita nel nostro Paese», commenta Margherita Firouzzi.
Numeri e abusi denunciati parlano da soli:
- 1 donna su 4 chiede aiuto a Mama Chat per violenza in famiglia o nel contesto di coppia
- 1 donna su 3 nel mondo è vittima di violenza da parte di un uomo di fiducia. Per oltre l’89,8% dei casi il colpevole è un padre, un marito o un ex fidanzato.
Il linguaggio usato sui media ma ancor più sui social, che partecipano ormai attivamente alla costruzione di una cultura (purtroppo in questo Paese ancora sessista), è fondamentale. Prendersi la responsabilità di cambiare la narrazione sulla violenza sulle donne a partire dai social, come invita a fare Mama Chat con la nuova campagna #unasutre, significa scegliere da che parte stare, non confermare la cultura sessista ma anzi cercare di batterla attraverso il suo strumento più potente, le parole.
Le donne vittime di violenza ancora troppo spesso nella narrazione collettiva risultano colpevoli della propria morte perché volevano separarsi, destavano gelosia, creavano problemi, erano emancipate o semplicemente conducevano una vita da donne libere. L’eccessiva empatia nei confronti del carnefice aggiunge alla beffa il danno: l’uomo, di solito un ex compagno o un padre padrone, viene raccontato a volte come una brava persona, un amorevole padre di famiglia insospettabile che sotto un raptus ha ucciso la moglie a coltellate o sparato ai figli per far pagare alla ex compagna qualcosa che non ha commesso.
Unirsi in rete sulla campagna #unasutre significa fermare tutto questo perché la violenza sulle donne non rimanga un problema solo delle donne, ma diventi di tutti.
La nuova campagna per la Giornata Mondiale contro la Violenza sulle Donne, ideata e prodotta dai creativi di H-Farm Digital Marketing per Mama Chat, mira a sensibilizzare e coinvolgere il pubblico portando avanti il tema #unasutre con un approccio concettuale e visuale completamente nuovo. La campagna, attraverso il ritornello “M’ama – Non M’ama”, porta a riflettere su tutte le ‘situazioni tipiche’ in cui comportamenti violenti, scambiati per amore, vengono giustificati e non denunciati. Il video animato che lancia la campagna social utilizza uno stile illustrato che anticipa il redesign del sito di Mama Chat. Una ragazza disegnata con una linea continua – a simboleggiare relazione, continuità, vicinanza – sfoglia un fiore colorato. A ogni “M’ama – Non M’ama” corrispondono situazioni e giustificazioni e i petali, cadendo, accompagnano l’avvicendarsi delle scene. La pioggia fiorita, forte e simbolica, è anche la protagonista del filtro Instagram con l’hashtag #unasutre. Una volta caricato il filtro, alle foto degli utenti si sovrappone la scritta “M’ama – Non M’ama. Allontanati da chi non t’ama” tra i petali che cadono.
«Unirsi per aiutare le donne a trovare una via d’uscita è il nostro obiettivo. Dobbiamo dare alle donne tutti gli strumenti per facilitare la loro richiesta d’aiuto», sottolinea la presidente della Commissione Pari Opportunità e Diritti Civili del Comune di Milano Diana De Marchi. «Mama Chat con il suo sportello online e una squadra di professioniste ci aiuta a creare consapevolezza, a offrire un luogo protetto e discreto per chiedere aiuto e questo sportello si integra perfettamente nei servizi del territorio».
M’ama, non m’ama, m’ama?
Non esco mai…Perché m’ama tanto!
Se sorrido agli altri, non m’ama più.
Mi dà lui i soldi, perché m’ama.
È il suo carattere…Non è che non m’ama.
M’ama. Dopo si scusa sempre.
1 donna su 3 è ancora vittima di violenza.
Allontanati da chi non t’ama.
#unasutre
Come funziona la richiesta d’aiuto
Lo sportello è accessibile online, dal lunedì al venerdì e gli orari vanno dalla mattina alla sera.
Si può parlare con una psicologa di Mama Chat in modo gratuito e anonimo. Della chat sul telefonino non rimane alcuna traccia sul cellulare perché le utenti non rischino di essere scoperte a scrivere dai compagni violenti che le controllano. Uno dei problemi dietro molte delle aggressioni registrate.
Filtro #UnaSuTre
Cercare il filtro #UnaSuTre di @mamachat_org, taggare @mamachat_org, inserire l’hashtag #unasutre e condividere la propria Story.
Mama Chat
Mama Chat è una realtà no profit del digitale formata da professionisti Psicologi e Psicoterapeuti che offrono supporto psicologico gratuito ed anonimo online. È composta da un’Associazione (2017) e una Cooperativa (2019) che unite combattono per i diritti delle donne all’accesso alle informazioni salva-vita e la salute mentale.
CEO e Co-founder è Margherita Fioruzzi, Dottoressa in Scienze Psicologiche al San Raffaele di Milano, Master in Disuguaglianze Sociali e Diritti Umani al University College of Dublin.
Marco Menconi, laureato in Ingegneria Meccanica al Politecnico di Milano, Project Leader Esperto Digital per the Boston Consulting Group a Milano, è Chief Digital Officer di Mama Chat e Presidente dell’associazione.
L’associazione è composta da altri 18 soci, psicologi – psicoterapeuti, esperti del sociale, esperti del digitale e della comunicazione.
Credits Artistici
Creativity & Strategy: H-Farm Digital Marketing
Voice: Simona Biasetti
Sound: Massimo Zoara, B-nario