Rubrica a cura di Paolo Del Panta*
Proiettarsi verso il futuro è necessario, voltarsi indietro per lasciarsi ispirare dal passato è naturale. Soprattutto se hai una storia lunga più di un secolo. Soprattutto se ti chiami Bulgari. Lucia Boscaini, Brand and Heritage Curator della Maison, lo sa bene: il suo ruolo è quello di custodire e valorizzare l’eredità di un brand senza tempo, anche andando alla ricerca di quei pezzi leggendari che hanno segnato epoche e costume. Parlare di eredità e passato non è propriamente una citazione nostalgica, ma è la capacità di trovare nella propria storia la radice per il futuro. Bulgari sulla rilettura del passato fonda la sua creatività ed è proprio questo motivo di differenza.
Il travertino della Scalinata di Piazza di Spagna è tornato a splendere grazie a Bulgari. Un impegno che si è aggiunto al recente restauro della prima parte del policromo della palestra occidentale di Caracalla. Quanto l’arte antica influenza il lavoro di Bulgari?
Roma, quella antica ma anche quella che viviamo oggi, ci ha sempre influenzato. Al di là dell’ispirazione nel design dei gioielli – che è assolutamente lampante – anche l’esuberanza del marchio, l’amore per i colori, la capacità di abbinare materiali e tonalità diverse trae origine dalla città di Roma, dal suo accostare stili ed epoche diverse, come le antiche rovine alle opere barocche. L’armonia romana si ritrova perfettamente nei gioielli Bulgari – laddove per esempio abbiniamo dei rubini preziosissimi con turchesi dal valore minore – con l’intento di raggiungere un’armonia cromatica che vada al di là del valore intrinseco dell’oggetto. Per cui non è tanto l’antichità ad ispirarci, quanto la romanità. Il mecenatismo nasce da un desiderio di ricordare che siamo romani e che da Roma abbiamo tratto la nostra identità, ma anche da un senso di gratitudine nei suoi confronti, donando un qualcosa che non sia passeggero. Cercavamo un simbolo efficace per celebrare i nostri 130 anni: abbiamo valutato ovviamente il grande evento, ma ci siamo resi conto che tutto si sarebbe poi esaurito in quella circostanza. Abbiamo quindi pensato di investire nel e per il futuro, con un qualcosa che non celebrasse solo il nostro passato ma dando vita ad un’idea di cui avrebbero potuto beneficiare tutti. Un monumento grande, importante e iconico – legato anche a noi e alla nostra boutique – ci è sembrata una scelta saggia e in linea con la nostra filosofia.
Goethe scrisse di essere nato una seconda volta il giorno in cui mise piede a Roma. Crede che sia accaduto lo stesso al fondatore Sotirio Bulgari?
Assolutamente sì, avrà avuto la stessa sensazione di Goethe. Quando Sotirio lasciò l’Epiro per arrivare a Roma, dopo essersi fermato prima in altre città, era molto giovane, ma estremamente intraprendente e con le idee molto chiare. Roma non fu per lui una casualità: si legò sin da subito alla comunità greca presente in città e arrivò in un momento di prosperità economica importante che dava spazio a tante opportunità. Sotirio arrivò con tanta fiducia e portando con sé i pochi oggetti di argento della sua produzione, tra cui anche argenti di decoro che era possibile integrare perfettamente con gli abiti dell’epoca: grandi fibbie che venivano cucite nei corpetti o ornamenti da inserire nei capelli, decori che oggi abbiamo scelto di esporre nella nostra DOMVS all’interno della boutique, uno spazio espositivo pensato per far rivivere la storia di Bulgari. Sotirio iniziò così, proseguendo prima con altri gioiellieri e poi avviando da solo la sua personale produzione, quella che gettò le basi per l’inizio di una lunga storia. Sicuramente nacque una seconda volta quando arrivò a Roma, trovando una città dove lui ha saputo farsi valere e che l’ha accolto riconoscendone il valore.
Bulgari negli anni è diventato qualcosa in più rispetto ad un semplice brand. Quali valori vi hanno permesso di raggiungere questo status iconico?
Ci sono due fattori che hanno permesso a Bulgari di maturare in questo senso. Un aspetto è puramente interno all’azienda: noi siamo un brand in cui c’è un grandissimo spirito di appartenenza e di orgoglio – soprattutto per noi romani –, che ha generato una cultura aziendale talmente forte da essere oggi uno dei nostri principali punti di forza e tra i motivi propulsori. L’altro fattore iconico è l’esuberanza, la forza, la personalità di questo marchio. Il fatto di aver da sempre creato nuovi stili, nuovi materiali, di essere continuamente alla ricerca di qualcosa di innovativo ci ha reso un brand di carattere, mai scontato, con una personalità incisiva e riconoscibile. Due aspetti fondamentali e sono convinta che alla fine il primo abbia influito sul secondo.
Probabilmente anche il cinema vi ha aiutato a rendere più forte questa personalità…
Nel comunicarla sicuramente. Oggi il rapporto con il cinema è un rapporto di business, qualcosa che viene gestito con grande professionalità e che rappresenta un importante mezzo per la promozione del brand. È indubbiamente un rapporto diverso rispetto al passato: il cinema di ieri ci ha aiutato, ma in maniera spontanea. Le dive erano abituate a comprare da sole i gioielli: li conoscevano, li sapevano apprezzare e li volevano indossare sui set. Anna Magnani, grande conoscitrice di gioielli, li sceglieva e li comprava da sola, e con Giorgio Bulgari aveva un rapporto diretto e personale. Sono episodi che danno il senso della quotidianità di quei tempi, in cui non c’era un semplice rapporto cliente-venditore.
In un mondo che cambia velocemente, in cui la moda subisce continuamente un’evoluzione, come riuscite a mantenere salda un’identità di 132 anni?
Da un lato è venuto naturale, adesso lo stiamo facendo con più attenzione. Non è un caso che la mia figura di curatrice del marchio sia stata creata un paio di anni fa, prima non se ne sentiva l’esigenza perché si dava un po’ per scontato il nostro passato. Con il passare del tempo è cresciuta la consapevolezza di mettere in evidenza quanto sia prezioso il nostro passato, lo stesso che serve per alimentare il futuro. La nostra storia non ci spinge verso la ripetizione, non vogliamo citarci e non riproduciamo mai i gioielli del passato, ma li studiamo per evolverci. La coerenza con la nostra eredità la consideriamo una necessità, ma non deve e non vuole essere un limite: l’innovazione resta una necessità culturale ed è il motivo per cui riusciamo a restare interessanti, anche dopo 132 anni.
La sapienza artigiana di Bulgari è un’eredità preziosa da trasmettere con grande attenzione. Come intendete preservarla e consegnarla alle generazioni del futuro?
Bulgari è attiva su diversi fronti formativi e soprattutto per quanto riguarda l’artigianalità e la manifattura dei gioielli. Abbiamo avviato molte iniziative di internship nei nostri laboratori e stiamo costruendo un enorme e nuovo polo produttivo a Valenza, dove l’attenzione per i giovani sarà prioritaria. La manifattura è determinante, la cura è imprescindibile: per noi il retro di un gioiello è eloquente quanto il davanti ed è frutto non tanto di un designer che gli ha dato uno stile, ma è proprio il risultato di uno studio ingegneristico che fa sì che le pietre siano combinate in un certo modo e realizzate secondo una manifattura di altissimo livello. Solo così si possono tradurre le immagini in gioiello Bulgari.
Paolo Del Panta e Lucia Boscaini
*Paolo Del Panta è editore di All about Italy, magazine dedicato alle eccellenze italiane. Nato nel 1997 per sostenere la competitività delle imprese del nostro Paese sui mercati internazionali, All about Italy si è da sempre impegnato a promuovere la filiera italiana, diventando una vera e propria piattaforma specializzata che riunisce al suo interno importanti ambasciatori dell’italianità, rappresentando un esclusivo trait d’union tra la qualità del Bel Paese e il mercato straniero. Oggi la prestigiosa pubblicazione – che è stata anche testimone di importanti riconoscimenti, tra cui anche una medaglia celebrativa da parte della Presidenza della Repubblica Italiana consegnata in occasione del Gala Italia tenutosi a Monaco di Baviera – è distribuita in USA e in Germania, con due edizioni in lingua originale, pensate appositamente per i mercati di riferimento.