Partecipazione, posizionamento, personalizzazione, emozione e rendicontazione: inizio oggi un viaggio fra le parole chiave del fundraising, con consigli pratici ed esempi concreti, per provare a rispondere alle tante sfide di un “mercato” sempre più complesso ed affollato.
Richiedere ai donatori attivi e potenziali di partecipare è sicuramente uno dei fattori critici di successo in grado di cambiare decisamente in meglio i risultati della raccolta fondi. Il trend si può vedere molto bene sui siti di Cesvi e Save the Children.
Ma cosa significa far partecipare un donatore? E come si può fare?
E’ l’approccio generale che deve cambiare: siamo abituati a un fundraising “pushing”, che spinge e sprona il donatore a donare subito e gli chiede di ridonare il giorno dopo. Aggiungere (bilanciare, non eliminare!) a questo approccio anche quello “pulling” può allargare il raggio di azione, rendere più efficiente la mia strategia di raccolta fondi e migliorare così il ritorno dell’investimento e il valore del donatore nel tempo.
E per attrarre un donatore non c’è niente di meglio che:
- chiedere la sua partecipazione senza chiedergli subito una donazione.
- chiedergli di donare in modo diverso, più coinvolgente e interattivo.
Come fare? Ecco alcune idee utili.
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