Le colline del Prosecco si candidano a diventare Patrimonio dell’Umanità UNESCO. Il logo ufficiale e il protocollo sono stati presentati a Venezia dal Governatore della Regione Veneto Luca Zaia, insieme ai comuni del territori coinvolti, alla provincia e al Consorzio del Prosecco stesso.
Per raccontare l’unicità delle terre che dal Rinascimento a oggi hanno visto non solo la produzione di uno dei vini più famosi al mondo (esportato in 80 paesi) ma anche espressioni altissime a livello artistico e letterario, la Regione Veneto ha scelto l’agenzia Emporio ADV, che ha realizzato l’immagine per il debutto ufficiale.
Emporio ADV ha realizzato uno skyline stilizzato delle colline di Conegliano e Valdobbiadene, trasformate in un ‘puzzle’ di verdi, gialli, blu e oro, adagiato su una linea di terra, simbolo del territorio.
“È un onore aver contribuito a mettere vicino un piccolo tassello che speriamo servirà a far arrivare la candidatura ufficiale delle terre del Prosecco”, spiegano Enrico Accettola, presidente dell’agenzia e Mirco Mastrorosa, pr.
“Il logo è una nuova, importante, tappa, nel percorso della candidatura del paesaggio del Prosecco”, ha sottolineato Luca Zaia, che otto anni fa, da ministro dell’Agricoltura, fu il primo a lanciare l’idea del marchio Unesco per le colline trevigiane della Sinistra Piave. Il logo è stato predisposto in concomitanza con la chiusura del dossier tecnico-scientifico elaborato dal team di esperti, coordinati dall’architetto Pietro Lauretano, e con la firma del protocollo d’intesa tra i 28 comuni delle ‘Terre Alte’ della Marca e la Regione per la tutela paesaggistica del territorio”.
Per il presidente del Veneto, il logo dovrà contrassegnare ogni bottiglia prodotta sulle colline di Conegliano e Valdobbiadene e ogni attività promozionale del territorio, come simbolo del lavoro corale e “coeso” di tutta una comunità.
Il team di lavoro di Emporio ADV, composto dall’account Eleonora D’Alessandri, dal copywriter Luca Venica e dal graphic designer Riccardo Casarotto ha quindi dovuto confrontarsi sul messaggio di unicità del territorio, indispensabile per un’approvazione da parte dell’Unesco, oltre che sulle caratteristiche delle terre dell’Alta Marca trevigiana: un’area che gli uomini da centinaia di anni hanno abitato e coltivato con fatica, strappandola metro dopo metro.