Universal Marketing porta avanti da decenni una missione fondamentale per lo sviluppo delle eccellenze italiane sui mercati esteri organizzandone la partecipazione alle principali e più rinomate manifestazioni fieristiche internazionali destinate agli operatori di settore. L’esperienza consolidata di Universal Marketing costituisce un asso nella manica cruciale per determinare il successo delle aziende italiane su nuovi mercati, grazie a un amplissimo bouquet di servizi e di know how. Con Donato Cinelli, CEO di Universal Marketing, abbiamo approfondito l’evoluzione di una realtà virtuosa che concorre allo sviluppo
Come descriverebbe la genesi del progetto imprenditoriale e lungimirante di Universal Marketing e quali sono le caratteristiche fondamentali che delineano il profilo identitario dell’azienda?
Il Made in Italy, quella è la nostra specializzazione da sempre. Abbiamo iniziato circa trent’anni fa, comprendendo sin da subito la necessità delle aziende italiane di adeguarsi al cambiamento su un tema fondamentale per il loro sviluppo imprenditoriale: l’internazionalizzazione. Anno dopo anno ci dedichiamo a migliorare, sia in fase di approccio sia di consolidamento, la presenza delle aziende italiane sui mercati internazionali.
La vostra esperienza trentennale vi rende leader di settore nel supporto in campo fieristico: quali sono le attività, i servizi e le strategie principali che mettete in campo per garantire il massimo nei differenti scenari internazionali
Innanzitutto partiamo sempre cercando di comprendere le diverse esigenze delle varie aziende che ci chiedono di accompagnarle nella loro fase di internazionalizzazione. Lavoriamo sulle principali piazze internazionali, accompagniamo i nostri clienti nelle principali fiere al mondo: la nostra peculiarità è un approccio dedicato per le varie destinazioni.
Può illustrarci l’ampio bouquet di fiere e manifestazioni in cui siete maggiormente coinvolti sul piano organizzativo?
Abbiamo un importante pacchetto fiere per il settore agroalimentare. Si tratta di eventi di spessore e di importanza cruciale per un’azienda che intende affrontare il proprio sviluppo sui mercati internazionali. Parliamo, per citarne alcune, dei Sial nel mondo (Parigi, America, Canada, Cina, in due città, Shanghai e Shenzen, Indonesia e India), i Fancy Food di New York e Las Vegas e Vinexpo in Asia, India, America e Parigi.
L’impegno di Universal Marketing per il Made in Italy nel mondo è una missione: la parola al CEO Donato Cinelli
Quali sono le principali difficoltà da superare nell’approccio organizzativo a un evento e qual è il segreto per mettere in piedi una manifestazione di grande impatto e di successo?
Come dicevamo, partiamo dalla fase conoscitiva sia del territorio che ci ospita sia delle aziende che partecipano ai vari eventi. È fondamentale conoscere le varie normative vigenti a livello internazionale e dei singoli territori, è importantissimo trasferire queste informazioni alla nostra clientela, per poterla rendere performante sia in fase di distribuzione del loro prodotto che nella fase della comunicazione e marketing prodotto.
La pandemia e il conflitto in Ucraina hanno avuto e continuano ad avere delle ripercussioni sul piano economico a livello globale: per il vostro settore di riferimento quali sono stati gli ostacoli da affrontare, quali gli strascichi dell’incerto equilibrio attuale e quali le sfide del prossimo futuro?
La pandemia, in alcuni settori come il food, ha dimostrato l’importanza del segmento fiere. Non potrà mai esistere una presenza di un nuovo prodotto senza l’essenziale fase sia di testing che di relazione empatica tra produttore e distributore o tra distributore e utente finale. La prova di ciò è che, dopo la fine della pandemia, il settore è partito con ancora più forza, ma anche con ancor più selettività. Fortunatamente, negli anni siamo diventati agenti unici per l’Italia delle principali fiere internazionali, un percorso molto attento che anno dopo anno ci ha fatto inserire nel nostro calendario solo eventi top e questo ci ha premiato nel post pandemia, in quanto seguiamo oggi gli eventi fieristici di maggior successo, quelli che riscontrano il maggior numero di adesioni e tanti sold out.
Il “Made in Italy” sta tornando ad affermarsi sempre di più come asset e valore fondamentale per lo sviluppo, soprattutto all’estero, del nostro paese: in che modo occorre promuoverlo per renderlo sempre più solido ed efficace?
L’Italia è da sempre leader con i suoi prodotti all’estero. Ad esempio, in America, ormai da decenni: pasta, olio di oliva, formaggi, vino, gelato, acque sono leader di settore, per non parlare della moda. Chiaramente occorre mantenere il passo: la nostra azienda è sempre attenta al ricambio generazionale, anno dopo anno studia le varie evoluzioni territoriali, di costume e di comunicazione.
Ultimamente, il Financial Times ha rilanciato un articolo in cui vengono messi in discussione alcuni capisaldi della tradizione gastronomica italiana: come si può salvaguardare l’identità enogastronomica nazionale, proteggendola da tentativi di screditamento e imitazione e dai pregiudizi?
Innanzitutto, credo che il prodotto del Made in Italy si protegga abbastanza bene da solo. Certo, è il più imitato di tutti: ciò significa che è il più bello di tutti. Sicuramente occorre stare sempre attenti per proteggere questo valore di unicità e perciò bisogna portare avanti un lavoro sinergico tra istituzioni, addetti ai lavori e produttori.
Il Fancy Food, la fiera agroalimentare più prestigiosa degli Stati Uniti d’America, è uno degli appuntamenti imperdibili di settore: dal 25 al 27 giugno ci sarà l’appuntamento con il Summer Fancy Food Show, come possiamo aspettarci da questa edizione?
Tante sorprese anche in questa edizione del 2023. Già da anni il Fancy Food di New York non è ritenuto soltanto l’evento fieristico dell’agroalimentare più importante negli USA, ma molti addetti ai lavori la ritengono forse la più importante e strategica fiera al mondo.
Qual è, a vostro avviso, il plus di un progetto espositivo come quello rappresentato dal Fancy Food Show?
Sicuramente la dinamica dei flussi che solo una città come New York e una fiera come il Fancy Food sanno generare. Il Summer Fancy Food è davvero la grande festa del Made in Italy in fatto di agroalimentare e il padiglione Italia, il più grande di tutta la fiera, è la vera star dell’evento. Siamo molto orgogliosi di essere da tanti anni come Universal Marketing agente unico per l’Italia di questo evento che, a pieno titolo, è uno degli eventi in generale più importanti al mondo.
Elisabetta Pasca