Che cosa hanno in comune l’inaugurazione, giovedì 9 febbraio, della mostra fotografica “Indepensense” presso gli spazi della galleria d’arte Fabbrica EOS di Piazzale Baiamonti e alcune delle campagne pubblicitarie internazionali più premiate degli ultimi anni? In apparenza poco o nulla, non fosse per l’identità dell’artista: Giuseppe Mastromatteo.
Nessuna omonimia: l’apprezzato autore dei raffinati scatti digitali che da tempo arricchiscono l’immaginario collettivo di figure sospese tra rappresentazione del reale e surrealismo è il Direttore creativo esecutivo di Ogilvy & Mather Advertising, talento italiano trapiantato ai piani alti dell’advertising newyorkese, convivono felicemente nella stessa persona.
E la nuova collezione – “Indepensense” – è un esempio di come si possa esprimere attraverso l’arte l’intima convivenza con la creatività pubblicitaria. C’è infatti un filo sottile, ma tenace di passione che unisce il linguaggio rarefatto, enigmatico e metaforico, fatto di corpi in cui si sovrappongono etnie, culture e religioni diverse, utilizzato da Giuseppe Mastromatteo nel suo ultimo progetto artistico e il mondo scintillante della marca e del prodotto.
È lo stesso Mastromatteo a spiegare come possano coesistere due forme espressive oggettivamente diverse, ma niente affatto antitetiche: “Da anni mi occupo di comunicazione pubblicitaria come direttore creativo, oggi come Direttore creativo esecutivo di Ogilvy & Mather Advertising. La mia passione per l’arte parte da lontano, da quando nel 1992 ho deciso di iscrivermi all’Accademia di Comunicazione di Milano, che poi l’ha nutrita e fatta crescere per diventare lavoro e advertising. Fare arte, però, è qualcosa di più, è un momento di espressione e comunicazione più intima diventato fotografia da qualche anno. Sono entrambe vocazione, passione, impegno e da tempo tutta la mia giornata è advertising e arte; sono due modi di essere uno e due ambiti che continuamente comunicano tra loro contaminandosi a vicenda.”
Le parole di Giuseppe Mastromatteo confermano che le ferree distinzioni di genere, tra l’alto e il basso della comunicazione, lasciano il tempo che trovano. D’altra parte, da qualche anno ibridazioni e prestiti tra arte e pubblicità sono diventati all’ordine del giorno. Senza andare a scomodare gli illustri antesignani della Pop Art, infatti, è sufficiente osservare alcuni lavori di Cattelan o Hirst per avere sentore di come sia soprattutto l’arte ad attingere spunti dall’advertising.
“Non riesco a prescindere dall’advertising e ne sono orgoglioso: mi ha dato gli strumenti per fare arte, mi ha intrigato e introdotto nel mondo dell’immagine”, conclude Giuseppe Mastromatteo. “È stato il canale d’ingresso che è diventato molto più grande con il tempo per arrivare a essere altro, quindi arte e fotografia.”