Il Renaissance Tuscany il Ciocco Resort & Spa ha fatto da sfondo a un entusiasmante fine settimana di celebrazioni, apprendimento e networking, in occasione del “Glamour Exclusive Weekend” di Glamour T.O. Questo evento straordinario ha segnato il trentennale di attività del tour operator viareggino, con un’attenzione particolare rivolta alla condivisione di successi passati e future innovazioni.
Il Glamour Exclusive Weekend, riservato esclusivamente ad un selezionato gruppo di circa 100 agenzie, è stato un trionfo di ispirazione e dedizione a offrire servizi sempre all’avanguardia ai propri clienti.
30 anni di esperienza, celebrati in una Convention molto partecipata, per sancire una crescita del 18% nel 2023 di agenzie di viaggio che collaborano con Glamour.
Abbiamo colto questa occasione speciale per incontrare Luca Buonpensiere (nella foto in alto), CEO di Glamour e suo fondatore, proprio per tracciare un bilancio di questa esperienza e farci raccontare anche com’è cambiato il mercato dei viaggi, sicuramente il più colpito dalla pandemia, ma che oggi può guardare al presente e, soprattutto, al futuro come grande ottimismo.
Glamour festeggia 30 anni di attività e successi con una grande festa nel cuore della Toscana
Dottor Buonpensiere, 30 anni di Glamour. Cosa vuol dire per un tour operator essere sul mercato da 30 anni e come è cambiato il settore in questi anni?
Trent’anni sono tanti anche solo da pronunciare, no? Insomma, è più di un quarto di secolo, una cifra importante. In questi trent’anni, accadimenti ne abbiamo vissuti veramente tantissimi. Io dico sempre: non mi sono spaventato quando, nel 2001, Glamour trattava solo il Nord America e sembrava giustamente che fosse crollato tutto il nostro business. E di difficoltà ne abbiamo subite molte altre, non ultima quella del Covid che per noi è stata veramente una guerra e ci ha fortemente colpito.
Ma, anche nelle difficoltà, non abbiamo mai dubitato nel voler proseguire la nostra avventura. Ora, finalmente, possiamo dire che i raggi del sole ci stanno riscaldando. Anche dalle cose negative bisogna trarre gli aspetti positivi. Gli anni del Covid, ad esempio ci hanno permesso di riflettere ulteriormente, di capire quali potevano essere i nostri difetti, cercare di superarli, avere prospettive nuove nell’approccio con le agenzie. Oggi, posso dire di essere soddisfatto, perché i cambiamenti sono stati veramente importanti. È la storia dell’Araba Fenice che rinasce dalle proprie ceneri Quindi da un certo punto di vista è proprio l’Araba Fenice che rinasce dalle ceneri Tante nuove idee si sono già concretizzate nel 2023 e ancora tantissime nel 2024 ci vedranno protagonisti.
Ecco, ma com’è cambiato il mercato dopo il Covid?
Il mercato dei viaggi, dopo il Covid, ha avuto un cambiamento abbastanza irrazionale. Pensiamo solo all’approccio che abbiamo con il lavoro e al rapporto con la dimensione personale e familiare. Abbiamo riscoperto i valori anche della vita familiare. La prima difficoltà è stata proprio quella di ritornare ai ritmi – necessariamente – frenetici del lavoro, affrontare una giornata con la sua quotidianità. Indubbiamente io speravo che tutto il comparto turistico avesse fatto una riflessione su approcci diversi, modalità commerciali differenti. Da questo punto di vista, sono rimasto un po’ deluso, perché mi sembra che l’unico valore per alcuni player del nostro settore sia stato quello di voler recuperare le perdite, diventando più aggressivi nelle politiche commerciale, nelle concessioni, nelle policy. Io dall’inizio, invece, ho sempre pensato che il mercato dovesse aiutarsi, le agenzie, gli operatori del settore, dovessero creare un circolo virtuoso che permettesse a tutti di recuperare le perdite, senza farle pagare ai competitors o, peggio, ai clienti.
Mi aspettavo questo atteggiamento in tutta la filiera, ma così non è stato. Noi invece abbiamo deciso di sacrificare ulteriormente parte della redditività a favore di quella delle agenzie che restano il nostro unico interlocutore commerciale e vanno quindi sostenute e fatte crescere a livello imprenditoriale. deve essere sicuramente sempre più imprenditoriale nel suo approccio e questo è uno dei cambiamenti che in parte è avvenuto da parte della rete agenziale, ne sono contento, può ancora migliorare perché per alcuni aspetti diciamo non è stato radicale in tutte le realtà agenziali d’Italia, però io vedo che anche in questo noi possiamo cercare di aiutare nelle scelte facendo anche delle scelte giustamente imprenditoriali.
Nella convention avete puntato molto l’accento sul vostro ricambio generazionale. Che strategia c’è dietro questa idea di puntare sui giovani?
Io credo fermamente nel concetto di “discontinuità mentale”. Ognuno di noi deve mettersi costantemente in discussione, anche quando ha realizzato cose importanti. Bisogna chiedersi sempre, anche di fronte ai successi, se sia il caso di fare le cose sempre alla stessa maniera. Ogni progetto va sempre ridiscusso, riprogrammato, ripensato, rimodulato. Facendo questo lavoro da tanti anni, potremmo essere ancorati alle idee che hanno funzionato per tanto tempo e non riusciamo a vedere le cose sotto una luce diversa.
Forze fresche che portano entusiasmo, energia, coesione, squadra, passione, ma anche idee servono proprio a questo. Io vengo dal settore alberghiero e ricordo che in uno dei miei corsi ci hanno insegnato che la persona più importante in albergo è il lavapiatti. Chi, più di una persona che entra senza schemi già costruiti e approccia il lavoro senza averlo mai fatto, può apportare idee nuove, punti di vista diversi e arricchire l’azienda?
Nuovi progetti, dunque. Molto bella l’iniziativa che avete presentato durante la Convention della Glamour Charity…
Sì, è importante sottolineare che questa è un’idea nata dalla mente creativa del nostro direttore operativo Alessandro Vaneffi. Ovviamente, quando me ne ha parlato, ha trovato subito porte apertissime. Vede, credo che tutti noi che viviamo la quotidianità imprenditoriale spesso rischiamo di perdere di vista le difficoltà del nostro prossimo, specie quando si arriva ad alti livelli di realtà imprenditoriale. Aiutare chi si trova in un momento di difficoltà nel nostro settore, dando supporto, servizi, un aiuto economico e logistico è essenziale, proprio per far crescere tutti, come dicevamo all’inizio.
Alessandro Petrone