Il 24 gennaio ricorre la “Giornata Mondiale dell’Istruzione”, proclamata dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite per garantire un’istruzione equa e di qualità, l’apprendimento continuo, per costruire un futuro più sostenibile, inclusivo e pacifico. Il tema di quest’anno è “Cambiare rotta, trasformare l’istruzione“, anche alla luce dei cambiamenti causati dal Coronavirus.
“La Giornata Mondiale dell’Istruzione è un appuntamento importante per parlare del futuro della scuola e non solo: la pandemia ha mostrato l’esigenza di aggiornare i programmi scolastici affinché sviluppino, accanto alle conoscenze nozionistiche, anche e soprattutto le ‘life skills’ degli studenti. Per questo ribadiamo l’importanza di introdurre, a fianco delle materie tradizionali, l’Ocean Literacy all’interno dei programmi scolastici in tutto il mondo”, sottolinea Francesca Santoro, Specialista di Programma della Commissione Oceanografica Intergovernativa dell’UNESCO e promotrice in Italia del Decennio delle Scienze del Mare per lo Sviluppo Sostenibile (2021-2030).
Giornata Mondiale dell’Istruzione, IOC-UNESCO: “Introdurre nelle scuole l’Ocean Literacy, l’ABC della conoscenza del mare, per sviluppare le life skills degli studenti e il curriculum blu”
Proprio in questa occasione infatti la Commissione Oceanografica Intergovernativa dell’UNESCO presenterà in live streaming (24 gennaio – ore 15) “A new blue curriculum: Toolkit for policymakers”, il nuovo toolkit pensato per offrire a decisori politici e autorità educative strumenti, ricerche, casi di studio e metodologie per inserire nei programmi scolastici l’Ocean Literacy, fondamentale per diffondere l’ABC della conoscenza del mare.
L’obiettivo del toolkit “A new blue curriculum: Toolkit for policymakers” è l’introduzione nelle scuole del “curriculum blu”, un percorso di formazione e sensibilizzazione a 360 gradi legato all’oceano. L’intento è non solo formare le nuove generazioni dal punto di vista scientifico ma anche far sì che sviluppino una coscienza critica e diventino parte attiva del cambiamento, prendendosi cura del Pianeta: il mare produce dal 50 all’80% dell’ossigeno che respiriamo, controlla il clima globale e ha un ruolo cruciale anche dal punto di vista economico (se l’oceano fosse un Paese sarebbe la settima potenza mondiale). “L’Ocean Literacy e il curriculum blu – sottolinea Francesca Santoro – possono aiutare scuole, insegnanti e studenti a comprendere l’importanza della biodiversità marina e delle interazioni oceano-uomo, così da prendere decisioni più consapevoli e responsabili sull’utilizzo delle risorse marine”.
Avviato da IOC-UNESCO, il programma di Ocean Literacy (oceanliteracy.unesco.org), ovvero di educazione all’oceano, mira ad aumentare la consapevolezza sullo stato dell’oceano. Come spiega Santoro: “A oggi le iniziative di educazione all’oceano non sono ancora state messe a sistema. L’inclusione dell’Ocean Literacy nei programmi scolastici è un processo che bisogna implementare in collaborazione con i governi, gli sviluppatori di programmi di studio, le parti interessate dell’istruzione e la società civile”.
“Inoltre è importante inserire l’Ocean Literacy all’interno dei programmi di studio perché può rappresentare un processo di empowerment sulle life skills, aiutando a sviluppare in particolare quelle azioni e competenze volte alla conservazione e al rispetto che emergono nel momento in cui si impara a prendersi cura di qualcosa o di qualcuno, in questo caso specifico dell’oceano. Proprio in questa direzione – conclude Santoro – si muove per esempio il testo di legge, recentemente approvato da parte della Camera dei Deputati, che punta ad avviare attività didattiche di sviluppo delle competenze non cognitive, capacità umane e sociali che rendono ogni studente capace di far fronte alle sfide della vita di tutti i giorni. Questo ci rende ottimisti per il futuro, nonostante le tante difficoltà che sta affrontando la scuola in questo particolare momento storico”.