Il mondo del caffè italiano vede il proprio futuro sempre più in “rosa”. Una rivoluzione silenziosa, costruita con piccole e grandi conquiste raggiunte ogni giorno dalle aziende che animano il comparto, ma che sta tracciando un percorso sempre più netto verso l’abbattimento del “gender gap” in un settore industriale che è stato storicamente a prevalenza maschile. Per il Consorzio Promozione Caffè, la Giornata Internazionale della Donna diventa l’occasione per raccontare, anche attraverso le voci di alcune protagoniste, un momento di transizione che il mondo legato alla celebre bevanda sta vivendo in questi ultimi anni, con l’obiettivo di fare di questo settore un’eccellenza italiana anche dal punto di vista della parità di genere.
“Da una recente analisi condotta dal World Economic Forum il Gender Gap, che stava lentamente diminuendo, ha subito uno stop a causa della pandemia, segnando nel mondo un passo indietro verso la parità di genere in ambito lavorativo, politico, economico, di educazione e salute. Solo con il reale e sincero impegno da parte di tutti, questo processo virtuoso potrà riprendere slancio nella direzione giusta, rendendo così onore a tutte le donne che quotidianamente si impegnano nelle loro attività”, dichiara Michele Monzini, Presidente del Consorzio Promozione Caffè. “Nel nostro settore fortunatamente oggi esistono tanti esempi di donne che sono state in grado grazie al loro impegno, alle loro competenze e alle loro qualità di occupare posizioni e ruoli apicali sia nel tessuto delle PMI sia all’interno delle più grandi multinazionali. È a loro che dobbiamo guardare con orgoglio per permettere alle prossime generazioni di vivere in un mondo più equo e meno discriminatorio”.
La filiera rosa del caffè: la spinta delle donne verso la gender equality tra sfide e opportunità
Dal punto di vista della “gender equality”, l’Italia non brilla rispetto agli altri membri dell’Unione Europea. Secondo il Report European Women on Boards, le donne CEO nel Paese sono solo il 3%, mentre la percentuale di donne nei livelli esecutivi è del 17% (contro il 26% e il 32% della Norvegia, al top del ranking). Il percorso è ancora lungo, tuttavia le premesse per raggiungere il cambiamento sperato ci sono: pur essendo al 14° posto del Gender Equality Index 2021, con oltre 4 punti sotto la media degli altri stati, l’Italia ha compiuto il progresso più importante (+10 punti in 7 anni).
La stessa direzione è quella intrapresa dall’industria del caffè, che proprio recentemente ha contribuito a sfondare il “tetto di cristallo” premiando il talento femminile in ruoli di primissimo piano. “In un settore dove la dimensione familiare delle aziende è ancora molto forte, è soprattutto il ricambio generazionale a imprimere un vero e proprio cambio di passo, favorendo un aumento della presenza femminile nei luoghi di lavoro – afferma Paola Goppion, imprenditrice e Responsabile Comunicazione e Marketing di Goppion Caffè. “In 38 anni di lavoro, ho vissuto la stagione in cui le donne hanno iniziato ad affermarsi anche in questo mondo. Per tradizione le torrefazioni portano il nome della famiglia che la conduce, ma in passato a lavorarci erano soprattutto gli uomini”, precisa. “Per esempio, la nostra azienda nasce con sei fratelli, quindi con una rappresentanza maschile assoluta. Dopo oltre settant’anni di storia e tanta gavetta, possiamo dire che la nuova generazione è decisamente donna. Siamo però a metà del percorso. Le nuove generazioni hanno di fronte delle sfide importanti: accrescere la cultura del caffè di qualità e, allo stesso tempo, adottare politiche del lavoro e ambientali etiche, rispettose dell’uomo e della terra”.
Con oltre 800 torrefattori, più di 7mila dipendenti e un fatturato di 3,6 miliardi di euro, il caffè tricolore rappresenta una filiera dinamica, dove le donne possono esprimere le proprie competenze nei più diversi ambiti, dalla qualità, ai training, dalla supply chain al management.
Un mondo che offre importanti opportunità di crescita professionale: “La mia prima esperienza come tecnico nel settore del caffè risale al 2009, prima di allora la mia carriera è sempre stata legata alla qualità degli alimenti” spiega Simona Guazzone, Food Safety Expert HQ Quality Department di Lavazza. “Sono entrata nel mondo del caffè con un bagaglio tecnico già consolidato, ma con una limitata conoscenza del prodotto. Ho avuto però sempre molte opportunità di consolidarla, in azienda, anche partecipando ad attività esterne, come i momenti formativi e di confronto all’interno dell’Associazione e nella gestione dei rapporti con i fornitori della filiera in tutto il mondo”.
Grazie alla complessità e all’articolazione della filiera, il caffè si dimostra essere un settore dove poter esprimere pienamente le proprie attitudini e talenti, adattandole ai diversi contesti e arricchendo così il proprio bagaglio culturale: “Capacità di sintesi nelle situazioni tecnicamente complesse, ma anche tenacia e facilità di adattamento a un percorso che prevede un continuo aggiornamento e allineamento al settore” continua Simona Guazzone. “Ma ritengo siano molteplici gli stimoli che questo mondo può dare: un prodotto ‘magico’ come il caffè è una continua scoperta che porta ad appassionarsi ogni giorno”.
Il caffè, quindi, come continua fonte di ispirazione, professionale e culturale: “Il punto di forza è sicuramente una combinazione di energia e perseveranza, voglia di lavorare e un amore infinito per questo mondo fantastico fatto di profumi, di relazione con la terra e con le persone”, conclude Paola Goppion.