SCUOLA ED EDUCAZIONE: GLI STRUMENTI DELLA LIBERTÀ
Governi e cittadini dovranno assumere una responsabilità collettiva di fronte alle sfide attuali: giustizia sociale, cambiamenti demografici e climatici, migrazioni. Per garantire una libertà sostanziale sostenibile, drammaticamente violata anche all’interno dell’Occidente e causa primaria dei rischi di dinamica autoritaria in atto. Di fronte a queste sfide il sistema educativo di tutti i Paesi avanzati è inadeguato: lo segnalano i bassi valori della mobilità sociale.
In Italia è particolarmente allarmante la situazione della scuola, lasciata sola ad affrontare la complessità. È la fotografia registrata, tra l’altro, dai dati Ocse e Invalsi, dal tasso di abbandono risalito al 14,5% e dalla misura della povertà educativa. Ne esce un divario nord-sud particolarmente accentuato, con rilevanti differenze territoriali interne. È una scuola che per formare ha bisogno di trasformarsi.
A essere discriminati non sono solo i più poveri, ma tutte le ragazze e ragazzi a cui è negata la libertà sostanziale di vivere la vita che è nelle loro potenzialità senza che ciò continui a dipendere soprattutto dal luogo di nascita, dalla ricchezza e dallo status culturale e sociale della famiglia di origine.
L’impoverimento educativo trova già risposte in molte pratiche locali e iniziative individuali, in cui si verifica una proficua cooperazione tra pubblico, sociale e privato.
Occorre mettere a sistema le esperienze di azione positiva, per costruire modelli praticabili su tutto il territorio nazionale adattandoli ai singoli contesti. Questo perché la complessità richiede una molteplicità di approcci e soluzioni.
I luoghi migliori da cui partire per avviare il cambiamento sono i comuni (le città metropolitane, i centri minori e quelli delle aree interne), perché sono in grado di realizzare un approccio integrato ai problemi e sanno cogliere la complessità dei contesti. La città è la realtà che si può far carico della responsabilità educativa senza sostituirsi al governo, ma aiutandolo ad attuare i processi.
I PRINCIPI CHE CONDIVIDIAMO
1.
La scuola è luogo di istruzione (competenze) ed educazione (discernimento), impegnata a fornire gli strumenti della libertà sostanziale, ossia la capacità di fare le cose alle quali a ragione si assegna un valore: la capacità di lavorare, confrontarsi, partecipare, godere e conservare l’ecosistema, occuparsi degli altri, usare la tecnologia, acquisire le competenze per il futuro, realizzare i principi costituzionali.
2.
Studentesse e studenti vanno accompagnati a maturare la consapevolezza degli usi della trasformazione digitale che potenziano o deprimono la libertà loro e di tutti noi e di coglierne le opportunità; solo così potranno recuperare il senso del proprio potere. Questa consapevolezza non è ovvia e non è data. L’educazione e la formazione dell’intelligenza naturale nella età dell’intelligenza artificiale devono perciò diventare oggetto di ricerca, sperimentazione e invenzione.
3.
Occorre prepararsi al confronto dialogico e al pensiero logico e critico, rendendo sistematici metodi di insegnamento basati sulla cooperazione e la ricerca in comune, e tenendo conto
degli stili di apprendimento propri di ciascuna generazione, adattando ad essi forme e metodi di insegnamento. E orientare a tali obiettivi il reclutamento massiccio degli insegnanti che sta partendo.
4.
Occorre sviluppare un’adeguata educazione finanziaria come consapevolezza ad autodeterminarsi, a comprendere le scelte economiche compiute da chi ci governa e a partecipare alla creazione della propria autonomia economica fin dalla più giovane età.
I PROSSIMI PASSI
1.
Riconoscere e valorizzare le buone pratiche educative già esistenti, specie in aree di frontiera e di sperimentazione, dove insegnanti, famiglie, studenti, dirigenti, generano discontinuità e trasformazioni, al momento isolate e rilevanti solo per i contesti specifici.
2.
Tradurre le buone pratiche in politiche sostenendo le comunità educanti, attraverso l’alleanza e la condivisione di risorse e competenze fra scuole, privati e organizzazioni di cittadinanza attiva.
3.
Valutare e dibattere l’impatto di queste pratiche e politiche sulle grandi missioni di sviluppo in linea con l’obiettivo 4 dell’agenda 2030 dell’ONU: garantire un’istruzione di qualità inclusiva ed equa e promuovere opportunità di apprendimento continuo per tutti.