Buongiorno, sono il vostro CEO, felice di ritrovarvi! ovvero come ti racconto un cambiamento nelle aziende di successo
Tragi-commedia di una trasformazione sociale, a voi la scelta dell’epilogo
Come comprendere che la trasformazione non si ferma, che dobbiamo adeguarci e che il punto di vista è cambiato. O cambiamo anche noi, o ci troveremo soli con le nostre convinzioni obsolete
Mi è capitato di assistere non molto tempo fa a una riunione in cui si negoziava una posizione. O meglio, l’ottimismo faceva pensare che ci sarebbe stata una negoziazione, mentre la realtà dei fatti era uno schieramento gerarchico con una visione unilaterale e una presunzione di conoscenza smodata. C’è chi pensa di conoscere tutto dove, in questo mercato globale talmente articolato e in costante trasformazione, è impossibile accentrare la conoscenza e soprattutto dove è assolutamente fuori luogo. Il sorriso sornione di chi pensa e dice so oggi è la peggior figura che si possa inserire all’interno di un team. Perdita di energia, mancanza di entusiasmo, frustrazione di chi vuole costruire, che nella testa sente rimbombare parole non dette espressamente ma dal senso chiaro: un “non vali nulla, non puoi pensare, sei solo un mero esecutore”. “Io so, perché ho fatto così, poi perché conosco tizio e caio, poi perché è meglio che dica io cosa fare, perché io, io, io”. Un dramma anacronistico di un business che ne risentirà, penso. E inizio a riflettere per porre le domande giuste in grado di innescare (o meglio tentare) una riflessione sul contesto contemporaneo quando alle spalle la giovane stagista esplode in un: “ma qui lo sanno di essere nel 2020 o vivono nel Medioevo?”. Silenzio. Nella stanza immagino vento, neve e gelo che hanno già imbiancato tutto e che da un momento all’altro compaia la Regina delle Nevi con il suo maleficio. Ma il mio cuore è caldo, colmo di orgoglio per questa giovane che sì avrebbe potuto esprimere il suo pensiero in maniera più educata, moderata, ma lo ha fatto nel modo più efficace, rompendo un meccanismo. A quel punto il CEO alza la testa dal suo smartphone, la osserva, e le chiede di ripetere. La ragazza senza esitazione ripete il concetto “Siamo nel 2020, mi avete fatto leggere un welcome kit di quanto siano radicati i vostri valori, di quanto il talento sia valorizzato, di quanto le persone hanno l’opportunità di contribuire alla crescita dell’azienda, di quanto io debba essere orgogliosa di questa opportunità che mi è stata data. Poi alla prima riunione a cui posso assistere mi sento catapultata nell’inquisizione medievale. Non è quello che mi aspettavo, non è certo quello che immaginavo e quello di cui voglio fare parte e penso che molte persone assistendo a questa scena la penserebbero come me, sicuramente molti miei coetanei. Ve lo siete mai domandati?”
Ed eccoci al nodo cruciale: ci sarà una presa di coscienza del mercato contemporaneo e di ciò che ci si aspetta da un’azienda oggi, sostenibile dal forte impatto sociale, punto di riferimento non solo per i suoi prodotti e servizi ma anche per come contribuisce a migliorare il mondo? O prevarrà l’egocentrismo, la voglia di avere il potere accentrato? E la paura di perdere la governance?
Il mercato è cambiato, le persone sono cambiate, gli strumenti sono cambiati, le dinamiche cambiano in continuazione e la comunicazione viaggia alla velocità del web e di tutte le trasformazioni in atto. Non ci sono filtri, ognuno è libero di esprimere il proprio pensiero e le connessioni sono visibili a chi ha sviluppato un pensiero critico. Dunque, nell’era del web e dei social non ci sono più segreti, questo è il punto e se valori, linee guida e visione non “connettono” parole e fatti, allora si perde la fiducia, la credibilità e una importante fetta di mercato, questo deve essere chiaro. Attenzione che le connessioni non sempre sono visibili perché la comunicazione sui social si è trasformata tra pubblico e privato, dove nel privato cresce l’engagement, il valore, la fiducia o sfiducia.
Non tutte le conversazioni oggi sono sotto ai nostri occhi, dobbiamo cambiare strategia, dobbiamo ricominciare a progettare, pianificare e gestire eliminando i conflitti, le incongruenze, perché non tutte le conversazioni oggi sono “analizzabili”. E soprattutto la conversazione one-to-one ha un peso decisamente importante.
In questo cambiamento che cosa dobbiamo fare? Adattarci alla trasformazione:
- Le aziende oggi rappresentano un nuovo concetto: “migliorare le cose nel mondo”
- Cambiano le priorità aziendali: coerenza, generazione di fiducia, valori connessi tra parola e fatti
- True purpose a lungo termine da rispettare, condividere e su cui coinvolgere la comunità aziendale e costruire la Brand Advocacy
- Il nuovo ruolo del CEO: “Buongiorno, felice di ritrovarvi!” consapevole dello scenario, del suo nuovo ruolo di comunicatore, ottimo ascoltatore, con idee precise sulla società e sul ruolo che l’azienda vuole avere nella partecipazione alla vita sociale. Un influencer positivo che si attornia di tutte le figure aziendali, il valore del suo successo.
Volete sapere come finisce la storia? Scrivetemelo voi in base alle vostre esperienze e in base a quello che osservate rispetto alla comunicazione di crisi 😉
Vi aspetto sul mio blog per approfondimenti, How to e schede utili su www.francescaanzalone.it e sul canale di podcast per altre storie https://anchor.fm/francesca-anzalone