di Vincenzo Cosenza, Chief Marketing Officer di Buzzoole
La scelta dei creator è una fase molto delicata del processo di Influencer Marketing, ma spesso viene affrontata in maniera molto artigianale. Troppe aziende e agenzie scelgono di trascorrere intere giornate usando i motori di ricerca interni dei social media per provare a far emergere gli influencer desiderati. Si tratta non solo di un’attività time consuming, ma anche poco efficace perché la scrematura dei profili verrà fatta osservando le metriche pubbliche, come i follower, i like e i commenti.
I consigli di Buzzoole per una scelta ponderata dei creator
Oggi i marketer che vogliono fare un salto di qualità devono necessariamente dotarsi di un tool progettato per velocizzare e ottimizzare lo scouting. Tra questi c’è Buzzoole Discovery che, grazie ad un sofisticato algoritmo di Intelligenza Artificiale, a sistemi di fraud detection e ad una tecnologia data-driven che analizza dati reali di insight, permette di individuare correttamente gli influencer più adatti alle proprie esigenze.
Al di là del tool utilizzato, i criteri per avviare una ricerca possono essere molteplici. I tre più fuorvianti per partire sono il canale, il numero di follower, l’engagement rate.
Scegliere influencer in base al canale
Partire da un canale specifico quando si vuole fare un’attività di Influencer Marketing vuol dire iniziare col piede sbagliato. Ad esempio, in questi giorni, è facile sentire marketer che non vedono l’ora di fare azioni su TikTok perché è l’app del momento. Inseguire l’ultima moda social non è mai saggio, soprattutto se lo si fa senza riflettere sulla coerenza del canale con i messaggi che si vogliono trasmettere e con l’audience che si vuole intercettare.
Scegliere influencer in base al numero di follower
Scegliere gli influencer in base al numero di follower risponde alla vecchia logica di selezionare persone con il seguito maggiore nell’illusoria speranza che i messaggi raggiungano realmente tutto o buona parte di quel pubblico. In realtà, è ormai chiaro che gli algoritmi che regolano la distribuzione dei contenuti possono penalizzare pesantemente proprio chi ha “follower base” estese. Meglio sarebbe affidarsi a metriche più solide come l’engagement per post (media delle interazioni stimolate per contenuto prodotto) o la reach, che esprime il numero delle persone effettivamente raggiunte dai messaggi prodotti dall’influencer (dato non sempre disponibile nei tool gratuiti).
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