ADCI, Art Directors Club Italiano prosegue il percorso volto alla valorizzazione della cultura dell’uguaglianza, dell’inclusione e del superamento degli stereotipi e lancia in collaborazione con le principali associazioni di settore “Cast The Inclusion”, il manifesto. Declinato in cinque principi, esso è pensato per promuovere una maggiore consapevolezza nelle scelta degli interpreti che compongono i cast delle produzioni creative, modificando abitudini e comportamenti per rendere più veritiera ed evoluta la rappresentazione della realtà.
“L’iniziativa – spiega Stefania Siani vice presidente di ADCI (nella foto) – che si inserisce nel progetto Equal ed ha una natura cross-associativa, partirà entro la fine di novembre con l’invio di un questionario a cura del Centro Studi di UNA, alle agenzie di comunicazione, ai registi e alle case di produzione per verificare i criteri di scelta degli attori durante i casting di produzioni pubblicitarie, televisive e cinematografiche. I risultati dell’indagine saranno presentati a seguito delle analisi dei dati per fissare un punto zero. La misurazione sarà rifatta entro un anno per verificare cambiamenti ed evoluzioni nei criteri di composizione del casting”.
“Cast The Inclusion” realizzato in collaborazione con le associazioni AIR3 Associazione Italiana Registi, CPA-case di produzione associate, UNA – Aziende della Comunicazione Unite e Mamme per la Pelle vede come promotori e autori dei principi: Stefania Siani, Armando Trivellini, Giovanni Bedeschi, Gabriella Nobile, Emanuele Nenna, Marianna Ghirlanda, Diana de Marchi, Presidente della commissione Pari Opportunità del Comune di Milano è intervenuta nel corso di IF alla presentazione del manifesto.
I 5 PRINCIPI DEL MANIFESTO “CAST THE INCLUSION”
- La società contemporanea è multiculturale e multietnica. Rispettare la diversità delle etnie equivale a raccontare la realtà nella maniera più completa.
- I canoni di bellezza femminili e maschili non sono univoci. Includere una pluralità di canoni estetici aumenta la ricchezza delle possibilità di espressione.
- Disabilità e malattie fanno parte dell’umanità. Rappresentarle crea un modello positivo di inclusione
- La società progredisce attraverso il dialogo continuo tra le generazioni. Un casting inclusivo non discrimina a priori sulla base dell’età.
- I ruoli e le classi sociali sono intercambiabili. attribuire gli stessi ruoli a etnie, età, generi sempre uguali crea una comunicazione stereotipata.