ab medica, un’eccellenza in tutti i campi dell’innovazione: così si potrebbe riassumere lo spirito che anima l’edizione 2017 de “Il Futuro della Sanità” in onda a Cologno Monzese negli studi tv di Mediaset. L’evento annuale, organizzato dal Gruppo con sede a Cerro Maggiore, ha affrontato il tema della sostenibilità dell’innovazione in sanità, soprattutto sul fronte device, dalla robotica alla telemedicina, attraverso un format e un linguaggio unico e distintivo.
ab medica, azienda italiana leader nella produzione e nella distribuzione di tecnologie medicali, non è nuova a contaminazioni di questo tipo. Spesso antesignana in ambito medicale, l’azienda non rinuncia ad essere pionieristica anche nelle modalità di comunicazione: per questo motivo ha deciso di declinare l’edizione 2017 de “Il Futuro della Sanità” secondo un format televisivo e affidando la conduzione di questa serata al giornalista Nicola Porro. Ammiccando allo stile di un talk show, con ospiti sul palco, servizi video e interviste la serata è stata per ab medica l’ennesima occasione per mettersi alla prova, sorprendere e sorprendersi.
“Ogni anno cerchiamo di fare cultura sui temi dell’innovazione in sanità, innovando anche il nostro linguaggio e i tempi, in qualche modo, della comunicazione ai nostri stakeholder – commenta Francesca Cerruti, direttore marketing e comunicazione del gruppo – L’evoluzione rapidissima della nostra società, che corre in parallelo a quella delle tecnologie da noi prodotte e distribuite, ci ha convinti che il mezzo televisivo fosse il giusto sigillo per questo nostro evento annuale”.
Hanno calcato il palco figure importanti, veri protagonisti della sanità italiana, tutti d’accordo sulle opportunità che l’innovazione assicura, ma divergenti sulle modalità di applicazione.
“Chi mai potrebbe dirsi avversario dell’innovazione? – esordisce il Prof. Raffaele Pugliese, Presidente AIMS (Advanced International Mini-invasive Surgery) – La tecnologia in sanità è sempre benvenuta ma, tanto più è sofisticata, quanto più richiede una formazione ed un training puntuale e approfondito: solo così lo strumento diventa un vero alleato del medico e una risorsa per la salute del paziente”.
C’è chi, come il Prof. Vito Pansadoro, Direttore del Centro di Urologia Laparoscopica e Robotica, Casa di Cura Pio XI, ha trovato ormai da anni la risposta per assicurare mininvasività, efficacia e sicurezza alle procedure chirurgiche, in particolare di nefrectomia e prostatectomia: “In quasi 10 anni di utilizzo, ho riscontrato personalmente i vantaggi che questa piattaforma robotica assicura all’operatore, come al paziente”. E a chi obietta che la robotica costi, il chirurgo risponde “Anche sotto questo profilo prettamente finanziario, si potrebbe ribattere che in una visione a lungo termine, su un arco di tempo di 3 anni, i costi delle procedure robotiche vengono non solo ammortizzati ma risultano più bassi di quelli sostenuti dalla tradizionale chirurgia open”.
La questione economica torna prepotente, soprattutto in questi tempi di spending review ma, come sottolinea il dottor Domenico Ravetti, Presidente Commissione Sanità Regione Piemonte “Prima di parlare di mere cifre e bilanci, bisogna chiarire che tipo di servizio e assistenza fornire al cittadino: non avere soldi non deve essere un pretesto per non apportare l’innovazione che i pazienti meritano”.
È quindi pensando al vantaggio della persona che diventa una responsabilità impellente porre “la tecnologia al servizio di un nuovo modello di SSN, affinché questo risponda alle vere domande di una società che cambia e matura nuove richieste ed esigenze; il modello attuale, ancora degli anni ’70, è ormai obsoleto e non tiene conto dei cambiamenti avvenuti. L’innovazione dovrà quindi colmare questo gap, non solo mettendo a disposizione nuovi strumenti ma ridisegnando anche il rapporto tra paziente e professionista medico” precisa il dottor Massimo Lombardo, DG dell’ASST Ovest Milano.
Per una realtà come quella di Legnano-Abbiategrasso-Magenta che, pur periferica ha saputo abbracciare l’innovazione della telemedicina per realizzare una capillare rete di ospedali hub&spoke, ci sono “tante realtà italiane dove la sanità ancora attende di diventare tecnologica; se non si interviene per appianare queste disomogeneità regionali si continueranno ad avere pazienti di serie A e pazienti di serie B” spiega l’On. Giulia Grillo, parlamentare del Movimento 5 Stelle.
Il cambiamento non è più rimandabile, il progresso incalza e il sistema sanitario deve necessariamente rinnovarsi: “Ecco perché studi, ricerche e nuovi modelli di gestione devono essere varati al più presto, anche ispirandosi a governance già rodate: un esempio su tutti quello inglese che potrebbe fungere da linea guida in questo senso” concordano il Dott. Massimo Monturano, Hospital Risk Manager l’Istituto Europeo di Oncologia (IEO) ed il Prof. Patrizio Armeni, Ricercatore Cergas SDA Bocconi.
Se i punti toccati sono stati molti, le questioni dibattute numerose e le soluzioni prospettate interessanti rimane ancora molto da fare per essere davvero sintonizzati sull’innovazione.