Lo schermo ci fa percepire distanti.
Gesti sconcertanti, conversazioni inquietanti e sempre più giovani connessi: tra rischi e opportunità di cambiamento
di Francesca Anzalone
Non conta quello che vuoi dire, conta quello che percepisce il tuo interlocutore, nel web vale ancora di più.
C’è chi di questo se ne rende conto e ci gioca, per fare click bait, visualizzazioni e collezionare giudizi ammirati, anche quando di ammirevole non c’è proprio nulla. Chi invece, in maniera del tutto incosciente commenta, giudica e manipola l’informazione. Mi riferisco a tutti quegli episodi in cui lo strumento porta ad una folle dipendenza verso il raggiungimento di mi piace, cuoricini e visualizzazioni, come nel caso degli episodi della giovane che lanciato una sedia dal 47° piano di un grattacielo per fare un video o della sua collega che si è sporta troppo su una roccia ed è precipitata in un dirupo. Due episodi in cui se da una parte vi è il lieto fine, ma un coinvolgimento penale, dall’altra si conclude la vita. Ma il fatto stesso di essere nel web e di avere un largo seguito rappresentano esempi da emulare. Il nostro dovere è quello di promuovere l’uso consapevole della parola e del mezzo che stiamo utilizzando, soprattutto nei confronti dei giovani e dei giovanissimi, che sempre più spesso ci rendiamo conto hanno accesso a qualsiasi tipo di contenuto senza avere l’esperienza per filtrare l’informazione e percepirla nel modo corretto.
Una società in trasformazione e una tecnologia in costante evoluzione permeano il nostro quotidiano, da una parte fornendo ottime opportunità di crescita, dall’altra innescando una serie di rischi e pericoli in aumento esponenziale. La caccia al sensazionalismo mediatico sta diventando un fenomeno fuori controllo che mette in pericolo la vita sia di chi compie il gesto, sia di chi si trova a subirlo. Navigando sul web gli esempi sono ampi e sconcertanti e da eccezionali stanno diventando usuali, soprattutto se pensiamo che sono a portata di click sullo schermo del nostro smartphone e ci intrattengono durante il tragitto in treno o autobus per raggiungere la scuola o il posto di lavoro. Sicuramente è cambiata la percezione sia nella gestione dell’informazione che nella sua ricezione e non ci riferiamo solo a gesti eclatanti, ma a conversazioni sconcertanti, ad esempio quelle su Telegram, recentemente riportate in un noto settimanale.
A quali trasformazioni stiamo assistendo? Quali le nuove logiche di mercato con le quali dobbiamo interagire? Quali sono le tendenze del 2019? E quale la fotografia del 2018 in ambito web?
Il web sta crescendo insieme alla partecipazione degli utenti, i dati di We Are Social (gennaio 2019) ce lo confermano. Stiamo parlando di 4 miliardi 388 milioni di utenti Internet nel mondo, di 3 miliardi e 484 milioni di utenti attivi sui social media di cui 3 miliardi e 256 milioni sono attivi sui social da mobile. Il che significa che gli utenti Internet sono il 57% della popolazione mondiale. Per noi comunicatori l’informazione è sicuramente positiva e interessante se a questa affianchiamo un’analisi precisa e puntuale sul target che dobbiamo ingaggiare, sulla percentuale che rappresenta e sugli aspetti che lo coinvolgono maggiormente. Ricordiamo che in generale il content streaming, anche grazie a connessioni sempre più veloci sta diventando una priorità.
Non facciamoci cogliere impreparati ma pensiamo a quali strategie mettere in atto, ti lascio con tre consigli su cui riflettere:
1. Iniziamo dalla percezione attraverso lo schermo che sia del computer, smartphone o tablet: prima di impostare la strategia di comunicazione è necessario identificare gli obiettivi e la modalità, i valori attraverso i quali vogliamo essere percepiti. Vogliamo promuovere messaggi che incontrano il gradimento e la gratificazione di chi ricerca l’estremo o preferiamo focalizzare la comunicazione su nuovi valori? Ricordiamoci sempre che la percezione dietro lo schermo è sempre falsata dal senso di distanza.
2. Prevenzione del rischio: prima di condividere e inserire nuovi contenuti nel web ti consiglio di verificare e analizzare il rischio di fraintendimento o manipolazione da parte del pubblico e soprattutto da parte dei tuoi competitor. Non conta quello che vuoi dire, ricorda che ciò che conta è quello che percepisce il tuo interlocutore, non lasciare che qualcuno ne approfitti.
3. Sii il cambiamento che vuoi vedere nel mondo (Gandhi): ricordati di essere ciò che vorresti vedere senza scivolare nell’accontentare, ma cerca di “educare anche il cliente verso la responsabilità”. La creatività e il multi linguaggio offrono milioni di possibilità di contenuti straordinari, pensiamo a quella più efficace, responsabile e socialmente utile.
Per un approfondimento ti rimando al mio volume Ufficio stampa e digital PR, la nuova comunicazione (Hoepli, 2017).
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